Enac, aeroporti: nel 2010 +7% di passeggeri

di Andrea Barbieri Carones

25 Luglio 2011 09:30

Il presidente Vito Riggio e il direttore generale Alessio Quaranta hanno presentato il Rapporto 2010 dell'Ente nazionale per l'aviazione civile.

Vito Riggio e Alessio Quaranta, presidente e direttore generale Enac hanno presentato il Rapporto 2010 sull’attività svolte dall’Ente nazionale dell’aviazione civile. Tale pubblicazione si è focalizzata soprattutto sugli aeroporti italiani, dei quali sono stati forniti dati tecnici, economici e statistici che rendono il quadro più completo ed esauriente. 

La prima cosa evidenziata è che durante lo scorso anno il traffico passeggeri è aumentato del +7% rispetto al 2009, con una percentuale che sale all +8% se si considerano solo i voli di linea. Tutto ciò a fronte di una crescita del numero di voli del 3,8%. Tali risultati si ritiene che siano un segnale di recupero che l’intero comparto sta vivendo soprattutto perché il numero di passeggeri è cresciuto di più rispetto alla crescita dei posti offerti.

«I quasi 139 milioni di passeggeri che nel 2010 sono transitati attraverso gli aeroporti italiani diventeranno 240 milioni nel 2030» ha detto Alessio Quaranta. «La sfida è di non farsi trovare impreparati di fronte a tale scenario». A tal proposito, l’Enac ha approvato un piano triennale di investimenti per 33,5 milioni di Euro per una ventina di scali che gestisce direttamente.

Nel rapporto 2010, si è evidenziato anche la preoccupazione rispetto al futuro non tanto per i transiti negli scali del Bel Paese quanto per la capacità di questi ultimi di offrire ai primi servizi adeguati oltre a spazi più grandi e a soluzioni all’avanguardia. L’Enac ha infatti sottolineato che in Italia ci sono 47 aeroporti aperti al traffico commerciale, alcuni dei quali già oggi sono al limite delle loro capacità.

In pratica, se gli italiani e gli stranieri richiederanno più voli da e per l’Italia e le compagnie accoglieranno tale domanda, non ci saranno spazi sufficienti per tutti. Sarebbe come voler far passare il traffico ferroviario di Milano o Roma attraverso una stazione di provincia con 2 soli binari.

«Del resto – ha lamentato laconico Vito Riggio – le differenze con l’estero sono abissali: basti pensare che negli ultimi 5 anni nello scalo di Roma Fiumicino sono stati investiti 240 milioni di Euro, contro il miliardo e mezzo stanziato e speso per quello di Francoforte. Lo sviluppo del sistema aeroportuale italiano, pertanto, deve necessariamente passare attraverso un adeguamento delle tariffe».