E’ la lotta all’evasione il punto centrale della manovra bis dopo le modifiche comunicate ieri dal Governo. Ed è su questo aspetto che si concentrano il dibattito, e le critiche, delle ultime ore. Da Bruxelles la Commissione Europea esprime «preoccupazione» per l’eccessivo peso di misure fiscali difficili da quantificare. La copertura finanziaria dunque era e resta uno dei nodi centrali di questa manovra finanziaria. E da Roma il ministro dell’Economia Giulio Tremonti si affretta ad escludere un’ipotesi ventilata da molti nelle ultime ore: quella di un condono fiscale in vista.
Andiamo con ordine, partendo dai contenuti generali del provvedimento. Gli emendamenti fiscali, particolarmente concetrati sulla lotta all’evasione, dovrebbero valere fra i 3,8 e i 4,6 miliardi di euro. Prevedono una serie di misure clamorose, come il carcere per i maxi-evasori (sopra i tre milioni di euro di imposte non pagate), e la pubblicazione online delle dichiarazioni dei redditi. Confermate l’Ires maggiorata del 10,5% sulle società di comodo (quelle a cui vengono intestati beni di lusso per ottenere vantaggi fiscali), la stretta sulle agevolazioni fiscali per le cooperative. Introdotto l’obbligo di comunicare in dichiarazione dei redditi i propri rapporti con le banche.
Rispetto al testo della manovra finanziaria di Ferragosto, come preannunciato, è sparito il contributo di solidarietà sui redditi alti, così come alla fine il governo ha rinunciato alla misura sulle pensioni (eliminazione del riscatto della laurea e del servizio militare ai fini dell’età pensionabile) che era stata presa in considerazione nel corso della settimana suscitando un vespaio di polemiche.
Adesso il dibattito si è spostato su due nuovi fronti: la copertura finanziaria – e qui sta il rilievo sollevato dall’Europa – e l’eventualità di un condono fiscale in arrivo (una misura che renderebbe certi gli introiti). Ma è lo stesso Tremonti ad escluderlo, dopo che l’ipotesi è stata sollevata da più parti. Secondo il resoconto della seduta di presentazione degli emendamenti in commissione al Senato, il ministro dell’Economia ha assicurato l’intenzione di «non procedere a nessuna misura di condono, poiché si tratterebbe di un intervento una tantum che genera introiti di cassa, ma che non modifica l’assetto della finanza pubblica».
Quanto alle osservazioni arrivate da Bruxelles, è stato il portavoce del commissario per gli Affari Economici e Monetari, Olli Rehn, ad esprimere «preoccupazione» per un «eccessivo affidamento» su misure anti evasione il cui impatto sui conti «è difficile da quantificare». Una dichiarazione rassicurante è invece arrivata dalla Germania, con il governo tedesco che ha espresso «piena fiducia» nell’esecutivo italiano.
Molteplici le critiche in Italia. Al di là del dibattito politico, ovvero delle riserve dell’opposizione, arrivano giudizi negativi da parti sociali ed economisti. Confindustria esprime sconcerto «per le misure di contrasto all’evasione fiscale», che «risentono della fretta e dell’approssimazione» e «non sono coerenti sul piano tecnico», ma anzi risultano «poco efficaci rispetto all’obiettivo di una seria lotta all’evasione». Viale dell’Astronomia rilancia la propria proposta di «abbassare la soglia per l’uso del contante a 500 euro».
Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato Vaticano, critica invece la stretta sulle cooperative, un mondo che «merita un trattamento migliore». L’economista Mario Monti ritiene che la «confusione» intorno alla manovra rischi di accentuare la diffidenza in Europa.