L’Europa ha un futuro, la Grecia resterà nell’euro, ma serve un «scatto d’orgoglio» da parte di tutti i partner comunitari, perchè l’Europa «è di fronte alla più grande sfida di tutta la sua storia». Parola di Jose Manuel Barroso, presidente della Commissione Europea, che è stato il primo, con il suo discorso davanti al Parlamento europeo sullo stato dell’Unione, a dare l’esempio di che cosa significa «scatto d’orgoglio».
«Mi sento ferito quando vedo alcuni che, con paternalismo, ci dicono cosa dobbiamo fare» ha sottolineato, riferendosi probabilmente all’atteggiamento americano. E ancora: «Abbiamo seri problemi, ma non dobbiamo scusarci con nessuno per la nostra economia sociale».
Dunque, serve un fondo salva Stati più «forte e flessibile», nelle prossime settimane verranno presentate proposte concrete per l’emissione di Eurobond. La Grecia resterà nell’euro, e ad Atene viene rivolto uno specifico appello a rispettare gli impegni di bilancio. Barroso ha anche annunciato l’accordo sull’introduzione della Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie che, se adottata entro il 2014 potrà garantire un gettito di 55 miliardi annui.
Ma soprattutto, quello che serve è più Europa. Barroso si è rivolto specificamente alle capitali, cioè ai governi, comunitari. E qui c’è un passaggio fondamentale. Perché a chiedere un diverso approccio, secondo Barroso, «non sono i federalisti» ma «i mercati». E per affrontare la crisi «non basta un approccio intergovernativo». «Credere di poter avere una moneta unica e un mercato unico con approcci nazionali alla politica economica e di bilancio è stata un’illusione, ora non possiamo superarla con un’altra illusione, quella di poter avere una moneta unica e un mercato unico con un approccio intergovernativo». Sono i trattati già esistenti a offrire «molte possibilità di fare molto di più per l’integrazione economica».
E al momento il problema rappresentato dalla crisi del debito va risolto con mezzi adeguati. La Bce deve continuare a essere una «solida ancora di responsabilità e fiducia», e l’Europa deve mettere in campo strategie precise, che sono state appunto delineate con le proposte realtive a eurobond, fondo salva-stati, Tobin Tax.
Ma c’è anche e soprattutto un problema politico. Perchè la crisi del debito «è oggi soprattutto una crisi di fiducia politica e i nostri cittadini ci osservano e ci chiedono se siamo veramente un’Unione, se abbiamo veramente la volontà di sostenere la moneta unica, se gli Stati membri più vulnerabili sono veramente determinati a portare avanti le riforme e se quelli più prosperi a dar prova di solidarietà». Alla domanda, insiste Barroso, «rispondo di sì». Una volta che l’eurozona «si sarà dotata degli strumenti per garantire integrazione e disciplina, l’emissione di debito comune sarà un passaggio naturale e vantaggioso per tutti».