I manifestanti di OccupyWallStreet, la versione statunitense del movimento internazionale degli indignati, cominciano a guadagnare interesse popolare, stando ad un sondaggio del Pew Research Center i cui risultati sono stati pubblicati sulla Room for Debate del New York Times, e crescenti favori di intellettuali ed economisti di rilievo.
Don Tapscott, celebre autore di Wikinomics 2.0 e docente alla Rotman School of Management dell’Univesity of Toronto, prende spunto da alcune delle rivendicazioni sollevate dai partecipanti alla protesta per rilanciare dalle colonne di Huffington Post la necessità di una riforma del settore finanziario.
Wall Street e il Financial District, sede del Palazzo della Borsa, rappresentano il simbolo del modello finanziario americano. Negli ultimi tempi però il fatto nuovo è costituito dall’esplosione di una crisi globale con centro proprio nei mercati finanziari e dall’attribuzione di responsabilità ai “difetti strutturali” del sistema di Wall Street.
La fede nell’American Style da parte dell’opinione pubblica americana risulta compromessa dal protrarsi e dall’aggravamento di problemi quali disoccupazione, sperequazione sociale e bassa mobilità inter-generazionale che, come evidenziato da Joseph Stiglitz, non rendono più gli Stati Uniti la terra delle opportunità per eccellenza.
La crisi, definita da Alain Greenspan, presidente della Federal Reserve of United States dal 1987 al 2006, lo “tsunami di credito del secolo”, impone il ripensamento di alcuni aspetti fondamentali del funzionamento di un paese nel quale si allarga pericolosamente il divario tra gli “haves” e gli have not”.
Qualcosa si è inceppato nel cuore del meccanismo economico più importante del mondo e Don Tapscott delinea tre direttrici, basate sui principi di integrità, trasparenza e condivisione, sulle quali impostare un rinnovamento strategico.
Per prima cosa molti dirigenti e manager della finanza hanno violato i valori di integrità contribuendo a far andare in tilt il sistema.
Frodi, truffe e furti miliardari sono stati perpetrati sotto gli occhi della comunità finanziaria che è stata contaminata da una “infectiuos greed” (avidità infettiva – Greenspan). Onestà, premura e rispetto degli impegni devono essere ristabiliti per riportare il clima di fiducia. Le aziende devono improntare la propria attività ispirandosi ad integrità non solo per assicurare un ambiente di business sano ma per la loro sostenibilità e per garantirsi un vantaggio competitivo.
Le imprese che presentano valori etici e sincerità scoprono che possono costruire meglio di altre la fiducia con clienti, dipendenti, azionisti e partner commerciali rendendo la performance più competitiva e remunerativa. Anche la trasparenza costituisce un connotato essenziale, elemento imprescindibile per l’agenda del nuovo corso finanziario. Le società finanziarie pur operando in una realtà che richiede di essere trasparenti non hanno assunto una condotta conforme, prigioniere di un retaggio di opacità e segretezza.
Se Wall Street avesse adottato il criterio della trasparenza la débâcle dei sub-prime non avrebbe potuto aver luogo. Il sistema finanziario deve capire che la luce del sole è il miglior disinfettante. C’è bisogno da ultimo che Wall Street si liberi dall’ossessione proprietaria per aprirsi alla cultura della condivisione. Per esempio, si sa che le banche hanno nei loro bilanci un pacchetto piuttosto consistente di “asset tossici”. Non si è però al momento in grado di conoscere il loro reale valore, comunque nell’ordine di trilioni di dollari. Si potrebbe ovviare a questo deficit informativo attraverso il metodo incrementato dalla piattaforma Open Model Company (OMC), chiamata la “Linux della modellizzazione finanziaria” , che utilizza il web per creare una comunità di esperti capaci di fornire valutazioni attendibili e stimare il rischio di titoli come CDO, CDS e altro tipo di derivati.