Mario Draghi, presidente della Bce, stima per l’economia dell’Eurozona una ripresa graduale nel corso del 2012. Quest’anno dunque dovrebbe vedersi qualche novità positiva sul fronte crisi economica in base a quanto diramato con il consiglio direttivo avuto luogo nelle scorse ore.
Dismessi i panni del “tecnico” e quelli del “tedesco” che gli erano stati affibbiati in precedenza, quando stava per diventare presidente della Bce, Mario Draghi mostra adesso un’altra faccia esprimendosi con chiarezza sul versante politico della situazione dell’Eurozona.
È partito esprimendosi circa la polemica tedesca sui rischi dei maxi-prestiti triennali a tasso agevolato potevano apportare, spiegando che «tutto considerato hanno conseguito un grande miglioramento»: basti «guardare alla situazione dello scorso novembre e a quella di oggi». In seguito alla dichiarazione sulla ripresa graduale economica dell’Eurozona, ha poi aggiunto che “l’attività economica dovrebbe essere sostenuta dalla domanda esterna, dai tassi di interesse molto bassi e da tutte le misure adottate per sostenere il corretto funzionamento del settore finanziario dell’Eurozona”.
Quanto al mantenimento dei tassi di interesse e alla revisione al rialzo delle stime dell’inflazione, Draghi ha motivato il tutto con “i rischi che nel breve termine derivano soprattutto da prezzi del petrolio più alti del previsto e dall’aumento delle tasse indirette”. È pertanto essenziale che le banche aumentino la loro capacità di resistere agli choc, anche attraverso una conservazione degli utili.
Intanto i tecnici della Bce hanno nuovamente rivisto al ribasso le previsioni sul Pil dell’Eurozona rispetto a tre mesi fa. Per quest’anno si attendono tra un meno 0,5 e un più 0,3%, mentre sul 2013 tra una crescita zero e un più 2,2%. «Le indagini sull’attività economica hanno confermato segni di stabilizzazione – ha detto Draghi – ci attendiamo che la ripresa si avvii già da quest’anno anche se sarà molto graduale e con ulteriori rischi di rallentamento».