Cinque colossi della telefonia a livello europeo sono al centro di un’indagine, per ora solo informale, condotta dalla UE per verificare eventuali irregolarità in materia di libera concorrenza e strategie difensive contro l’operato dei principali gruppi che gestiscono i servizi internet, come Google, Apple, ma anche Facebook e Skype.
Nel mirino dell’Antitrust UE ci sono 4 compagnie telefoniche una volta pubbliche, Deutsche Telekom, France Telecom, Telecom Italia e Telefonica, più la britannica Vodafone: il New York Times conferma infatti l’esistenza di un’indagine condotta dalla Commissione Europea volta a verificare la legittimità delle E5, vale a dire gli incontri periodici tra le 5 società che hanno avuto luogo dal 2010, durante i quali potrebbero essere state elaborate strategie potenzialmente lesive per le altre società e anche per gli stessi consumatori.
Secondo quanto affermato dal vicepresidente della Commissione Europea e responsabile della Concorrenza Joaquin Almunia, la UE “Teme irregolarità nel processo di creazione degli standard sui servizi futuri”. Non si tratterebbe, quindi, di accordi presi tra i colossi delle TLC in materia di tariffe – l’Europa intende porre un tetto alle tariffe della telefonia mobile nei paesi membri – ma di “Nuovi standard tecnici per i futuri servizi di pagamento e pubblicità via smartphone“.
Bruxelles, in definitiva, punta il dito contro la mancanza di trasparenza nelle riunioni dei 5 big della telefonia europea, che non si allinea agli standard stabiliti in materia di cooperazione orizzontale tra le aziende appartenenti ai paesi della UE e fautori della libera concorrenza senza restrizioni. Una prima replica alla richiesta di informazioni preliminari è arrivata dal presidente di Telecom Italia Franco Bernabè, il quale ha sottolineato come “Quello che è avvenuto all’interno del gruppo degli operatori di Tlc europei è sempre stato improntato ai criteri della cooperazione orizzontale con la massima trasparenza nei confronti delle autorità europee, che sono state informate puntualmente di tutte le attività“.
I colloqui tra i grandi operatori europei nel settore delle telecomunicazioni, quindi, sarebbero finalizzati non a concordare politiche difensive bensì a fare il punto della situazione riguardo l’ingresso nel mercato di altri gruppi concorrenziali provenienti dall’esterno e operativi nell’ambito dei servizi digitali.