Dal Wall Street Journal arrivano aspre critiche contro l’austerity messa in atto dal Governo Monti, una politica finanziaria che “più che favorire lo sviluppo dell’economia rischia di frenare bruscamente la ripresa del Paese”. Il titolo nella prima pagina del celebre quotidiano finanziario lascia infatti poco spazio all’interpretazione: “L’austerità in Italia è una minaccia per l’economia“.
Un’opinione autorevole sull’operato del premier che si aggiunge alle recenti affermazioni pubblicate sul quotidiano londinese, che citando un rapporto elaborato dalla Commissione Europea mette in guardia sulla possibilità che le riforme varate dal Governo possano essere condizionate dalla recessione, esprimendo un giudizio non positivo sulle manovre messe in atto per risanare i conti, definite come svantaggiose.
Il WSJ si riferisce ai recenti report di bilancio diffusi dal Mef: “Le misure di austerity in Italia stanno bloccando l’attività nella terza principale economia dell’Eurozona, secondo quanto appare dai dati economici più recenti che dimostrano come queste misure sono controproducenti. I recenti aumenti delle tasse stanno aiutando l’Italia a tagliare il suo deficit ma al contempo stanno spingendo l’attività economica a contrarsi ancora più velocemente“.
E ampliando il raggio di valutazione fino a cogliere altri Stati membri della UE, il giornale fondato nel 1888 prosegue con l’analisi ribadendo che “Lo scenario che si sta scoprendo ora in Italia, Grecia e Spagna lascerà i paesi problematici dell’Eurozona con percentuali di debito pubblico ancora più alte anche se realizzano sforzi dolorosi per ridurlo“. Attraverso le misure avviate per saldare il debito pubblico, infatti, si rischia di abbassare ancora di più i livelli del PIL.
Proprio sul PIL torna anche il Financial Times dedicando alla situazione economica italiana un breve articolo in prima pagina, precisando come non solo l’inevitabile fine della “luna di miele tra tra esecutivo e italiani a causa dell’aumento delle tasse“, ma mettendo in evidenza come le previsioni che parlano di un calo del PIL nel 2012 solo dello 0,4% siano decisamente troppo rosee. Per la politica italiana, insomma, si preannuncia ancora una volta un forte rischio di instabilità.