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Con il via libera dell’Antitrust, e il parere della Consob in arrivo, il riassetto di Edison è giunto alle battute finali. L’acquisizione di Edipower da parte A2A – la multituitlity dei Comuni di Brescia e di Milano -, ha infatti ottenuto il si dell’authority, e porterà quindi al controllo della società da parte dell’azienda e di altre utility di Delmi.
Edison, quindi, manterrà il controllo esclusivo di EdF, mentre avanza l’ipotesi di un accordo definitivo successivo alla convocazione dei consigli di amministrazione di A2A e del gruppo per il via libera finale, possibilmente entro il prossimo venerdì, prima delle elezioni presidenziali francesi. Per quanto riguarda l’acquisizione di Edipower da parte della cordata italiana, l’Antitrust italiano ha comunicato di non avere avviato alcuna istruttoria in quanto l’operazione “Non determina la costituzione o il rafforzamento di una posizione dominante sul mercato interessato, tale da eliminare o ridurre in modo sostanziale e durevole la concorrenza. Tenuto conto anche dell’acquisizione da parte di EdF del controllo esclusivo di Edison, si risolverà in una sostanziale de-concentrazione dei mercati interessati e quindi in un aumento del grado di concorrenza esistente, sia dal punto di vista degli effetti unilaterali, sia dal punto di vista degli effetti di coordinamento.”
La Consob, intanto, è chiamata a decidere riguardo la conformità del prezzo per l’ Opa: Edf, infatti, ha depositato un secondo quesito successivamente al primo responso che aveva definito il prezzo di 0,84 euro ad azione troppo basso, mentre la proposta attuale è di 0,895 euro, già definito un “utile punto di riferimento per esprimere un equilibrio tra gli interessi delle due parti”, vale a dire Edf e Delmi più le minoranze di Edison.
Proprio nei giorni in cui si decide il riassetto del gruppo, Edison ha reso noti i risultati del primo trimestre 2012, cifre che hanno messo in evidenza un passivo pari a 51 milioni di euro. Più precisamente, il giro di affari ha subito un incremento del 19,2% a 3,3 miliardi di euro, con il margine operativo lordo stabile. A determinare il bilancio in rosso, che risulta raddoppiato rispetto al medesimo periodo dell’anno scorso, è stata la svalutazione dell’impianto di Piombino per 43 milioni di euro.