Il mercato auto italiano torna ai livelli del 1983, con vendite in continuo e inarrestabile declino a meno di interventi di sostegno da parte del governo, come auspicato dagli operatori del settore e come chiesto dai rappresentanti in Italia delle Case costruttrici.
I dati resi noti dal ministero dei Trasporti parlano di un mese di aprile da incubo, con immatricolazioni di vetture nuove scese fino a 129.633 unità, pari al 18% in meno rispetto allo stesso arco di tempo del 2011 quando già tutta la filiera del settore automotive lamentava diminuzioni di consegne e di fatturato.
Andando a paragonare queste cifre bisogna risalire a quasi 30 anni fa – ossia al 1983 – per vedere un numero pari di vendite. E nel settore industriale, 30 anni sono quasi un’era geologica. Anche andando a controllare il mese di marzo, non si scopre nulla di nuovo visto che nel giro di un anno un’auto su 4 non è stata venduta (il calo rispetto a marzo 2011 è infatti del 26,48%).
In questa situazione, anche il gruppo Fiat assiste a un’inarrestabile calo di vendite che riguarda l’Italia e diversi paesi europei, anche se la diminuzione è sopra la media generale, visto che ad aprile ha registrato un -11,78% immatricolando 40.746 auto contro le 46.186 di aprile 2011. Questo significa che l’azienda guidata da Sergio Marchionne ha recuperato quote di mercato, passando dal 29,21% di un anno fa al 31,42% del mese appena passato. A marzo andò peggio anche a causa dello sciopero delle bisarche, che impedì la consegna di vetture appena uscite dalla catena di montaggio.
A livello regionale, non si arresta la diminuzione delle immatricolazioni di auto nell’Italia centrale, che ad aprile ha perso quote raggiungendo il 20,2% a causa della migrazione delle società di noleggio verso province ad IPT più bassa. Aumentano quote invece le vendite registrate nel nord est e nel nord ovest del Paese, ciascuna delle quali rappresenta il 31,5% del totale nazionale.
Alla luce dell’ennesimo mese in negativo, l’Unrae (l’associazione delle Case auto estere in Italia) tramite il suo presidente Jacques Bousquet ha chiesto al governo un piano strutturale che permetta il recupero del settore automotive e che sostenga vendite e occupazione, che in molti casi è a rischio soprattutto in molte concessionarie. Con questo stato di cose, nei primi 4 mesi del 2012 l’Erario avrebbe già perso 900 milioni di euro di mancata Iva a causa del minor volume di vendite, cui si aggiungerà un altro miliardo e 400 milioni entro la fine dell’anno. “Senza stimolare la domanda, le vendite di auto in Italia resteranno in crisi per molto tempo ancora” ha detto.
Commenti preoccupati anche da parte di Federauto (l’associazione dei concessionari), che tramite il suo presidente Filippo Pavan Bernacchi ha precisato che “Il dato delle immatricolazioni di aprile è alterato dal fatto che molte auto non consegnate a marzo a causa dello sciopero dei trasportatori sono state registrate ad aprile. Secondo le previsioni, il 2012 dovrebbe chiudersi a 1,37 milioni di consegne.