Governo, banche e imprese si sono sostanzialmente accordate per saldare almeno una parte dei debiti che la pubblica amministrazione italiana ha con le aziende. Lo ha reso noto il ministro delo Sviluppo Economico, Corrado Passera, alla conclusione di una trattativa che ha visto tutte le parti – comprendenti anche Abi, Confindustria, Rete Imprese Italia e Alleanza cooperative – sedersi attorno a un tavolo.
I debiti che orientativamente la pubblica amministrazione ha con le aziende ammontano circa a 70 miliardi. Il governo dovrebbe presto versarne una trentina. Per i rappresentanti delle società l’accordo è soddisfacente, visto che il ministro Passera ha accettato di introdurre la possibilità di compensare i crediti con i debiti verso lo Stato come multe, pagamenti passati in giudicato ma soprattutto i debiti con il fisco e quelli con l’Inps.
“Oggi puntiamo a dare una risposta a un problema molto sentito, che riguarda 150mila aziende che hanno erogato dele prestazioni all’amministrazione pubblica e che non sono state pagate e che spesso vedono saldare le proprie spettanze anche con 9-10 mesi di ritardo” ha detto il titolare del dicastero, che poi ha aggiunto che “per il momento è stata trovata una soluzione per tamponare l’emergenza; in seguito penseremo a come fare per evitare che si ricrei questa situazione di crediti non pagati. Lo Stato dovrà applicare la direttiva europea che costringe tutti i soggetti a pagare entro 60 giorni”. A tal proposito, la Ue ha posto la data del marzo 2013 il limite entro il quale attuare tale misura.
Il ministro ha aggiunto anche che i pagamenti inizieranno ad avvenire gradualmente nel corso dell’anno, mentre si è in attesa che sia emanato un provvedimento che fissi scadenze precise per trasferimenti di denaro alle imprese creditrici. Intanto commenti sostanzialmente positivi arrivano dai rappresentanti delle aziende, che anche se soddisfatte del fatto che è stata inclusa la compensazione, speravano di poter estendere tale misura anche ai debiti tributari futuri e non solo a quelli passati.
Le aziende potranno decidere autonomamente se effettuare la compensazione con lo Stato o rivolgersi alle banche per incassare un anticipo sul credito con i meccanismo del pro solvendo, pro soluto e lo “sconto fattura”, quella che si presume sia preferita dalle aziende. “Dato che le imprese hanno un ruolo centrale nel rilancio della nostra economia, pensiamo ci siano le possibilità tecniche per porre almeno un parziale rimedio al problema di liquidità di tali imprese” ha detto Mario Monti.
L’esecutivo, infine, ha reso noto che sull’ammontare dell’anticipo a favore delle società creditrici, si parla di un 70% dell’importo, fino a un massimo di 2,5 milioni di euro per ciascuna di esse, con la possibilità di attivare una controgaranzia del Fondo centrale fino all’80% dell’importo in caso di garanzia diretta da parte di Confidi.