Le banche italiane non sono esenti dalle ripercussioni della crisi economica, che sembra tuttavia non toccare i compensi dei Ceo, i top manager che possono ancora contare su retribuzioni da capogiro e in forte crescita. Una ricerca effettuata dall’Ufficio Studi della Uilca, infatti, mostra come solo nel 2011 gli stipendi del top management bancario abbiano subito un incremento del 36,23% rispetto all’anno precedente.
Lo studio Uilca ha analizzato, infatti, i compensi dei Ceo di undici istituti di credito italiani, e il risultato di queste stime non piacerà ai tanti manager e dirigenti attivi in altri settori che hanno subito pesanti tagli alle retribuzioni e ai bonus aziendali: se nel 2010 gli stipendi dei chief executive officer bancari italiani hanno portato un introito complessivo di 19,135 milioni di euro, nel 2011 la cifra è salita fino a 26,067 milioni.
In altre parole, un dirigente di alto livello porta a casa un compenso che supera di 85 volte quello di un semplice impiegato, tenendo conto anche delle indennità di fine carica e ulteriori incentivi. Nello studio, inoltre, si legge che i dati relativi agli ultimi 5 anni, dal 2007 al 2011, evidenziano “Una sostanziale costanza degli emolumenti distribuiti a Ceo e presidenti di istituti, nonostante risultati economici per i gruppi bancari del campione analizzato non brillanti e nel 2011 nominalmente negativi, a causa delle rettifiche per impairment“.
I risultati dell’indagine portano tuttavia ad ulteriori considerazioni, prima fra tutte la constatazione – come ha ribadito la stessa Uilca – che esiste una forbice molto ampia tra le buste paga dei dipendenti e quelle dei dirigenti bancari, senza considerare che ben 11 delle banche prese in considerazione per la ricerca hanno subito perdite per un totale di 26 miliardi, mentre solo quattro istituti hanno chiuso il bilancio in positivo. Il gap tra gli stipendi dei banchieri e quelli dei bancari, infine assume una portata ancora più vasta all’interno del Monte dei Paschi.