Standard & Poor’s, si indaga su New York

di Massimiliano Santoro

6 Giugno 2012 13:00

I magistrati indagano anche sulla sede Usa dell'agenzia di rating e sull'ad per l'Italia, Maria Pierdicchi; mentre S&P si difende.

Continua l’indagine della Procura di Trani nei confronti dell’agenzia di rating Standard & Poor’s che secondo gli inquirenti, tra gli altri, avrebbe mirato “a destabilizzare l’immagine, il prestigio e l’affidamento creditizio dell’Italia sui mercati finanziari, oltre che a indebolire l’Euro e a deprezzare i titoli di Stato italiani attraverso una serie di artifici che avrebbero potuto cagionare alla Repubblica italiana un danno patrimoniale di rilevantissima gravità” ed ha cagionato danni economici per gli investitori.

Ora l’attenzione si è spostata anche sulla sede americana di New York dell’agenzia di rating e si è appreso che l’amministratore delegato per l’Italia, Maria Pierdicchi, la cui posizione è stata stralciata e a cui è stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari, è indagata per favoreggiamento degli analisti. I fascicoli con le informazioni sulla posizione di quest’ultima sono stati inviati per competenza territoriale alla procura di Milano.

Ed intanto Standard & Poor’s, dopo le notizie di stampa relative all’inchiesta della Procura di Trani, ha spiegato, in una nota ufficiale, di ritenere che le accuse provenienti dagli inquirenti pugliesi siano prive di fondamento: “Riteniamo che le accuse riportate siano prive di ogni fondamento e non supportate da alcuna prova. Continueremo a difendere strenuamente le nostre azioni – si legge nella nota di Standard & Poor’s – e la reputazione della società e delle nostre persone”.

Il pm Ruggiero, che conduce l’inchiesta, vuole far luce sul ruolo avuto dalla sede statunitense di S&P nel declassamento del rating del debito sovrano dell’Italia. I momenti chiavi del presunto reato sono 4 e sono ben evidenziati: venerdì 20 maggio 2011, venerdì 1° luglio 2011, lunedì 5 dicembre 2011 e venerdì 13 gennaio 2012. Secondo il magistrato, l’agenzia utilizzò in fase di elaborazione dei rating dell’Italia ”analisti (non identificati) inesperti e incompetenti” per poi effettuare comunicazioni ai mercati in modo ”selettivo e mirato”, come sarebbe emerso nel corso di numerose intercettazioni telefoniche.