Continua il botta e risposta tra Governo e Inps sulle reali cifre che mettono nero su bianco il numero dei lavoratori esodati presenti nella penisola, dei quali solo 65 mila beneficerà del decreto varato recentemente dal Ministro del Lavoro Elsa Fornero.
È stata la stessa Elsa Fornero, infatti, a convocare i vertici dell’Inps – precisamente il presidente Antonio Mastrapasqua e il direttore generale Mauro Nori – al fine di cercare uniformità nei dati sugli esodati in Italia, ribadendo una certa disapprovazione verso la diffusione di informazioni parziali e sommarie da parte dell’Istituto di previdenza.
In una relazione sugli esodati recapitata dall’Inps al Ministro Fornero prima della firma del decreto legge, infatti, si leggono cifre molto elevate secondo le quali i lavoratori senza reddito e senza trattamento pensionistico sarebbero oltre 390 mila: un dato non corretto che ha spinto la titolare del dicastero a convocare il presidente e il direttore generale dell’Inps “per avere chiarimenti circa notizie relative a documenti interni all’Istituto contenenti valutazioni che, non corredate da spiegazioni e motivazioni di dettaglio, hanno finito per ingenerare confusione e sconcerto nella pubblica opinione“.
Nonostante un parziale dietro front dell’Inps, che ha prontamente smentito tali cifre, sembra comunque chiaro che il numero degli esodati non si limita a 65 mila, ma più probabilmente si avvicina alle 340 mila unità. Attraverso una nota diffusa dall’Istituto, inoltre, si apprende che “L’Inps non ha fornito stime diverse e ulteriori rispetto al tema dei salvaguardati“.
Una smentita che non è servita a placare le polemiche nate all’interno dei sindacati, che hanno reagito prontamente a quello che è stato definito un “balletto di cifre” chiedendo all’Inps di fornire dati precisi e dettagliati, al fine di garantire la pensione – secondo la normativa ormai superata – a tutti coloro che hanno sottoscritto accordi individuali e collettivi entro il 31 dicembre 2011. Aspre anche le parole della leader della Cgil Susanna Camusso: “Che il numero dei 65mila fosse assolutamente irrealistico e che i numeri sono molto più consistenti è evidente. Che venga fuori, al di là del gioco delle conferme e delle smentite, con una relazione dell’Inps che lo ribadisce è molto utile per dire che bisogna trovare una norma per dare risposte a tutti. Qualunque riforma fatta civilmente presuppone una clausola di salvaguardia“.