L’allarme è di quelli forti e lanciato in un momento topico del settore economico-finanziario europeo e mondiale. Nella sua relazione annuale, la Banca dei Regolamenti Internazionali scrive che “molte banche seguitano a operare con un alto grado di leva finanziaria, comprese quelle che appaiono ben capitalizzate, ma in realta? presentano enormi posizioni in derivati. Gli istituti di maggiori dimensioni continuano ad avere interesse ad accrescere la leva finanziaria senza prestare la debita attenzione alle conseguenze di un possibile fallimento: data la loro rilevanza sistemica, essi confidano che il settore pubblico si fara? carico delle ripercussioni negative. Preoccupa inoltre vedere che, dopo una breve pausa indotta dalla crisi, l’attivita? di negoziazione e? tornata a essere una delle principali fonti di reddito delle grandi banche”.
Insomma, secondo la BRI si starebbe tornando indietro invece di fare passi in avanti perché “il settore finanziario sta gradualmente riassumendo il profilo di elevata rischiosita? che lo caratterizzava prima della crisi”. In altre parole: alcuni grandi istituti di credito haanno ricominciato a speculare sui mercati, al punto che potrebbero avvenire nuovi e importanti crac finanziari che farebbero cadere al tappeto tutto il sistema creditizio.
La BRI – che promuove la cooperazione tra 55 banche centrali – presenta anche delle ricette per bilanciare il settore dell’economia mondiale: “Il settore finanziario deve riconoscere le perdite e ricapitalizzarsi; i governi devono riportare i conti pubblici su traiettorie sostenibili; le famiglie e le imprese devono ridurre l’indebitamento. Nell’attuale situazione, i problemi di ciascun settore peggiorano la posizione degli altri due”.
Per la BRI bisogna spezzare quelli che definisce “circoli viziosi” e ridurre le pressioni verso le banche centrali e per fare ciò bisogna risanare e rafforzare le banche e controllare in contemporanea le dimensioni e la rischiosità del settore finanziario perché “solo una volta ripristinata la solidità dei bilanci di tutti i settori, potremo sperare di ritornare su un sentiero di crescita equilibrata. Solo allora, i circoli viziosi che imprigionano l’economia mondiale lasceranno spazio a dinamiche virtuose”.