Morgan Stanley declassa la Rim, azienda canadese produttrice del Blackberry; le quote di mercato diminuiscono e le azioni crollano. Non è un bel momento per il re degli smartphone che ha decisamente perso la sua egemonia sul mercato. Il ceo di Rim, Thorsten Heins, rassicura e assicura ma non basta. Gli azionisti non digeriscono la situazione e hanno attaccato il board direttivo della società colpevoli, a detta loro, di minimizzare la situazione di crisi della società.
Nel 2007, anno di uscita del primo iPhone nel mercato statunitense, il Blackberry era lo smartphone leader di mercato, con una quota del 41% negli Usa. Da allora, però si è assistito ad una discesa costante: nel 2011 lo share di Blackberry negli States si è attestato su un più modesto 11%, e i dati dei primi mesi del 2012 lo vedono addirittura al 4%, schiacciato dalla concorrenza di smartphone Apple e Android. Dallo scorso anno, la società ha visto crollare del 70% il valore delle proprie azioni, fino a raggiungere una quota di 4 dollari pericolosamente vicina al minimo storico.
A gennaio di quest’anno, vista la situazione, la Morgan Stanley ha declassato il titolo Rim, con un prezzo target di 7 dollari ad azione, ancora meno delle aspettative degli altri analisti. E a febbraio un outage, un’improvvisa interruzione dei servizi di messaggistica di Blackberry ha ulteriormente minato l’immagine della società. Insoddisfacenti anche i risultati presentati nell’ultima trimestrale, con vendite in crollo del 43% a quota 2,8 miliardi di dollari, 518 milioni di dollari di perdite e il contestuale piano di licenziamento di 5mila dipendenti, quasi un terzo della forza lavoro globale impiegata dalla società che si aggiungo ai 2mila già licenziati due anni fa.
Heins sottolinea i punti di forza attuali della società e ha anche delineato una strategia futura. «Chi scrive epitaffi per Rim finge di ignorare che la base del nostro servizio di messaggistica continua a crescere, con più di 75 milioni in 175 paesi. Rim, inoltre, non ha debiti, e la compagnia ha più di 2 miliardi di dollari in cassa. E la prevista razionalizzazione della società ci permetterà di ridurre le spese annuali di circa 1 miliardo di dollari entro la fine del prossimo anno fiscale».
Per quanto riguarda la crescita, Heins punta soprattutto su un’espansione nel mercato emergente del Sud America, dove Blackberry è ancora competitivo. E poi, ovviamente, sull’arrivo di Blackberry OS 10: il nuovo sistema operativo, basato su quello unix-like di Qnx, che dovrebbe essere in grado di combattere ad armi pari, per funzioni e interfaccia, con i più evoluti iOs di Apple e Android di Apple. Peccato che, negli ultimi tempi, sia stato nuovamente rimandato, e adesso si attende l’uscita nel 2013, un anno dopo quella inizialmente prevista.