L’ultimo bollettino mensile diffuso dalla Banca Centrale Europea lancia l’allarme in merito al forte rischio insolvenza che tocca da vicino le aziende italiane: nonostante la crisi economica e l’instabilità dei mercati finanziari coinvolga tutti i principali Stati dell’Eurozona, infatti, le imprese della penisola presentano un forte aumento del tasso di insolvenza valutato tra il 2010 e il 2011.
Secondo i report della Bce, le aziende italiane mostrano un “netto deterioramento” della valutazione del rischio di credito, molto più accentuato rispetto a quanto riscontrato in Germania e Olanda. Il bollettino informa anche riguardo la situazione della disoccupazione nel paese, in netto incremento, fattore che insieme alla situazione dei debiti sovrani influisce sul rallentamento economico e sul calo del Pil.
La ripresa nella zona Euro sarà invece molto graduale, come afferma la Bce, mentre il Pil subirà un ulteriore abbassamento pari allo 0,3% nell’anno in corso, arrivando fino a perdere un altro 0,4% nel 2013, per poi risalire solo nel 2014. Sul fronte occupazionale le previsioni non sono meno grigie, infatti per il 2012 e il 2013 è probabile che il tasso di disoccupazione subisca un ulteriore aumento, a causa del “Continuo peggioramento delle prospettive economiche e all’impatto di ulteriori misure di austerità in alcuni paesi dell’area dell’euro”.
Quali sono le strategie messe in atto dalla Bce per far fronte alla crisi? A entrare in gioco dovrebbe essere il Fondo Salva Stati, al quale i Governi europei dovrebbero ricorrere attivando Efsf ed Esm: solo in un secondo momento – afferma il bollettino – la Bce interverrebbe con ulteriori misure non convenzionali per favorire la ripresa dell’economia nella zona euro. Il Consiglio direttivo della Banca Centrale europea lancia un monito anche alle banche, sempre restie a concedere credito alle aziende nonostante le due operazioni di rifinanziamento che risalgono allo scorso dicembre e allo scorso febbraio: ”È essenziale che le banche seguitino a rafforzare, ove necessario, la propria capacità di tenuta. La solidità dei bilanci bancari sarà un fattore chiave per agevolare sia un’adeguata offerta di credito all’economia, sia la normalizzazione di tutti i canali di finanziamento”.