Sembra essere inarrestabile il crollo della quotazione di mercato di Facebook. La seduta di ieri al Nasdaq, infatti, si èchiusa con il titolo sceso al di sotto della soglia dei 18 dollari ovvero con una riduzione di oltre il 50% rispetto al prezzo fissato dall’Ipo.
L’azienda comunque conferma che l’amministratore delegato Mark Zuckerberg non venderà le sue azioni per almeno i prossimi 12 mesi. Con i primi 90 giorni di quotazione il valore di mercato ha subito una contrazione di 50 miliardi di dollari. Un valore, questo, che risulta essere più negativo di quello fatto registrare da Lehman Brothers nell’anno di pre-bancarotta.
L’andamento azionario negativo di Facebook ha spinto nei giorni scorsi la banca Ubs a chiedere un risarcimento danni al Nasadq in quanto la contrazione dell’utile netto registrata è stata di 425 milioni di franchi svizzeri di cui 349, corrispondenti a 290 milioni di euro circa, attribuibili proprio alla quotazione iniziale deludente di Facebook: “A seguito dell’approssimativa gestione da parte del Nasdaq del debutto sul mercato di Facebook, abbiamo registrato una perdita di 349 milioni nella nostra attività US Equities quale risultato del nostro sforzo nel fornire la migliore assistenza ai clienti”, spiegava Ubs.
Inoltre, a metà agosto sono arrivate delle nuove bocciature dai mercati finanziari per il social network. Il 16 agosto è infatti scaduto il primo termine per i lock-up previsti dopo la fase del primo collocamento dei titoli azionari. Arrivati in prossimità del termine si è verificata una forte vendita delle azioni del social network con le quote della compagnia di Zuckerberg che in quel momento avevano raggiunto il valore di circa la metà dei 38 dollari dell’Ipo.