I fondi strutturali europei vanno usati per la competitività delle imprese meridionali e la creazione di nuove occasioni di lavoro. E’ la proposta avanzata dal presidente della Confindustria Giorgio Squinzi intervenuto al Convegno dal titolo “Un Piano europeo Crescita per il Sud“, tenuto il 14 settembre a Napoli, presso la Mostra d’Oltremare, promosso da Regione Campania, Commissione europea e dalla stessa Confindustria, in collaborazione con altre Regioni meridionali.
Al centro dell’evento, cui hanno partecipato anche vicepresidente della Commissione europea Antonio Tajani, il ministro per la Coesione Territoriale Fabrizio Barca, il sottosegretario all’Economia e le Finanze Gianfranco Polillo, il Commissario del Governo per la Razionalizzazione della Spesa, Enrico Bondi, e governatori delle Regioni del Sud, il tema dell’emergenza crescita e occupazione nel Meridione nel contesto di una crisi senza precedenti che mette a rischio anche la sopravvivenza dell’Euro.
La risposta a questa situazione straordinaria sta, secondo gli organizzatori, nella costruzione di un “Piano Crescita” che attinga e mobiliti risorse e forze per vincere una difficile sfida. Obiettivo primario dare soluzioni per la massa crescente di giovani disoccupati che deve poter avere anche la prospettiva di creare un’impresa realizzando idee e progetti.
Per Squinzi bisogna utilizzare i 3 miliardi di euro messi a disposizione dall’Unione europea “per fare poche, semplici ma efficaci cose che possono però dare una accelerazione decisiva alle speranze di ripresa”.
I fondi vanno impiegati per 5 priorità:
– investimenti di medio grandi dimensioni, anche per accompagnare la soluzione di crisi industriali complesse;
– per l’acquisto di macchinari innovativi da parte delle imprese per il miglioramento diffuso del tessuto produttivo;
– a sostegno di reti d’impresa per favorire la cooperazione di filiera tra imprese di diverse dimensioni;
– per un programma per internazionalizzazione delle imprese meridionali;
– infine per rafforzare le garanzie e semplificare gli strumenti di ingegneria finanziaria per favorire l’accesso al credito.
Solo avendo la capacità di utilizzare e spendere bene le residue risorse europee – ha aggiunto il presidente della Confindustria – si potrà avere titolo a “chiedere nuovi fondi strutturali per i nostri territori, per completare un percorso finalmente tornato sui giusti binari”.