La pressione fiscale nella penisola ha raggiunto livelli tali da impedire la crescita: se non si provvederà a ridurre le tasse il Pil non potrà incrementare il suo valore se non in modo molto lento, con un aumento pari a mezzo punto percentuale all’anno.
Queste le affermazioni rilasciate dal vicedirettore generale della Banca d’Italia Salvatore Rossi nel corso di un’audizione davanti alle commissioni Bilancio di Camera e Senato. Per rilanciare la crescita del Paese è necessario agire su due fronti, limitando rispettivamente la pressione del fisco e la spesa pubblica.
L’obiettivo primario, stando alle dichiarazioni di Bankitalia, è ridurre il disavanzo al di sotto del 3% dando in questo modo un segnale forte e positivo agli altri Stati europei, tuttavia si tratta di un traguardo difficile da raggiungere proprio a causa delle eccessive imposte che gravano sui cittadini. È sempre Rossi a sottolineare l’urgenza di predisporre un preciso ed efficace controllo dei conti al fine di far rientrare il disavanzo, rispettando un “impegno preso a livello europeo“.
Secondo le stime di Bankitalia, infatti, la penisola sarà in grado di rientrare già nel 2013 tra il gruppo di Stati dell’Eurozona non sottoposti alla procedura per disavanzi eccessivi: “La maggior sfida per il futuro sta nel riavviare la crescita economica e mutare la composizione del bilancio pubblico al fine di favorirla: ridurre l’insieme delle spese, spostarsi da quelle meno produttive verso quelle che rafforzano il potenziale dell’economia, abbassare la pressione fiscale sui contribuenti in regola, sul lavoro, sulle imprese“.
Al controllo dei conti, infine, dovrebbero affiancarsi altre azioni mirate a ridurre il debito pubblico: secondo Bankitalia questo obiettivo potrebbe essere conseguito anche attraverso dismissioni di parte del patrimonio pubblico.