Via libera alla fusione tra Acegas ed Hera da parte del Consiglio comunale di Bologna dopo una riunione fiume durata fino a tardi. L’operazione rende possibile la nascita della seconda utility italiana alle spalle di A2A, un colosso da quasi 6 miliardi di ricavi e oltre 130 milioni di utile netto. Per essere più precisi, si tratta di una fusione per incorporazione di AcegasAps Holding S.r.l. in Hera S.p.A., approvata dalla Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato in data 8 ottobre 2012.
Hera spa è un’azienda multiservizi quotata in Borsa con sede a Bologna controllata dagli enti pubblici (Comune di Bologna, Modena, Ferrara e altri) e con un azionariato che comprende Fondazioni bancarie e altri investitori. Acegas-Aps spa è anch’essa una multiservizi controllata dalla holding il cui capitale sociale risulta di titolarità al 50,1% al Comune di Trieste e al 49,9% al Comune di Padova.
Con la fusione, che dovrà essere deliberata dalle rispettive assemblee di Hera e Acegas convocate contemporaneamente il 15 ottobre, Hera verrà a detenere a partire dal 1° gennaio 2013 la maggioranza del capitale sociale di Acegas-Aps. Nel progetto di nuovo statuto sociale, pubblicato online, resta fermo il principio secondo il quale il 51% della società incorporante dovrà essere detenuto da enti pubblici.
La votazione al Consiglio comunale di Bologna ha sancito una divisione tra gli enti comunali, le forze politiche e gli azionisti. I contrari all’operazione di fusione temono una diminuzione del controllo pubblico e una sottrazione dei servizi pubblici essenziali dalle mani degli enti locali con in prospettiva la possibilità di un rialzo delle tariffe.
I favorevoli sottolineano, al contrario, l’obiettivo del progetto industriale con la creazione di una tra le più importanti aziende del paese rafforzando il ruolo statale grazie anche all’ingresso del fondo della Cassa Depositi e Prestiti, ente pubblico finanziario controllato al 70% dal ministero dell’Economia e delle Finanze.