Al momento non è prevista nessuna norma finalizzata a abolire il superbollo per le auto di lusso, l’addizionale erariale che grava sugli automobilisti possessori di automobili di cilindrata superiore a 185 kW. Nonostante l’annuncio di una possibile cancellazione della tassa, infatti, il Governo non sembra avere alcuna intenzione di eliminare l’imposta, almeno per il momento.
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Gli automobilisti italiani alla guida di veicoli di grossa cilindrata dovranno quindi continuare a versare il superbollo, introdotto nel 2011 e rincarato grazie a un provvedimento voluto dall’ex premier Mario Monti, con il conseguente aumento della tassa passando da 10 a 20 euro per ogni kW oltre la soglia predefinita in vigore dal primo gennaio 2012.
L’abolizione della sovra-tassa è stata recentemente sollecitata da parte della nuova Consulta permanente per l’automotive, nata sul modello della Automotive Council inglese e formata da alcune aziende e istituzioni del settore (Fiat, Anfia, Unrae, Federauto e Aci): secondo l’associazione, infatti, il Ministero dell’Economia e delle Finanze dovrebbe cancellare l’imposta valutata come “improduttiva” per lo Stato. Questo il commento di Romano Valente, direttore generale dell’Unrae:
«Il superbollo ha innescato una serie di fenomeni come il deprezzamento del valore degli stock dei concessionari, l’aumento delle esportazioni delle vetture usate, la diminuzione globale del parco circolante e di vetture usate sopra i 185 kW, il calo verticale delle vendite sopra i 185 kW: nella pratica, un segmento di mercato distrutto. E si tratta di un segmento che aveva il potenziale di determinare un importante gettito fiscale per lo Stato.»
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