Nel 2014 le imposte sugli immobili graveranno sulle spalle degli italiani superando i 52 miliardi di euro, una cifra che mostra un incremento di quasi 3 miliardi rispetto al 2013. È la Cgia di Mestre a puntare il dito contro l’aumento del peso fiscale relativo alle abitazioni, agli uffici e ai capannoni, tanto da ammonta a 10 miliardi di euro la crescita complessiva delle tasse a partire dall’inizio della crisi economica.
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Secondo quanto dichiarato dal segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi, a subire l’aumento più rilevante sono le imposte che gravano sul possesso dell’immobile, tanto che si parla di una crescita del 78% dal 2007 a oggi.
«Tra l’Imu, la Tasi e il nuovo prelievo sui rifiuti, quest’anno pagheremo quasi 31 miliardi di euro. Questo importo incide sul prelievo totale per quasi il 60%. Tenendo conto di tutto il sistema fiscale che grava sul mattone, nel 2014 i proprietari di immobili pagheranno quasi 3 miliardi in più rispetto al 2013.»
È sempre Bortolussi a sottolineare come la responsabilità dell’aumento del peso fiscale in ambito immobiliare sia dovuto, prevalentemente, all’introduzione della Tasi che «appesantirà il prelievo fiscale soprattutto sui proprietari di seconde e terze case e su quelli che possiedono un immobile ad uso produttivo.»
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Osservando le varie voci di spesa, se le tasse sui rifiuti sono aumentate del 66% negli ultimi 8 anni, l’Imu ha portato incrementi fino al 53%. Per quanto concerne le successioni/donazioni, infine, l’aumento è pari al 390%.