Sei consigli che vogliono fornire uno spunto di riflessione ai manager delle risorse umane sullo stress da lavoro correlato. Li propone NorthgateArinso in vista dell’entrata in vigore della normativa in base alla quale, dal 31 dicembre, i datori di lavoro dovranno effettuare la valutazione dei rischi relativi, appunto, allo stress da lavoro.
Innanzitutto, una premessa: i fattori che influiscono sulla psiche, e quindi sulla produttività del dipendente, possono essere di diversa natura. Un periodo economico difficile come quello che caratterizza l’attuale congiuntura, spiega la società di consulenza, «rappresenta un pericolo alla stabilità alimentando non solo le paure per l’incertezza lavorativa, ma anche quelle che conseguono all’assunzione di nuove responsabilità derivanti dal sottodimensionamento dei gruppi di lavoro». Un’altra causa di stress può essere rappresentata dai rapporti con i colleghi e con il capo, così come la competizione che si respira fra le scrivanie.
L’impegno dell’ufficio delle risorse umane è quello di garantire, quotidianamente, che i processi comunicativi interni e anche quelli verso l’esterno siano impostati in un’ottica di chiarezza ed efficacia, di sviluppare e implementare facilities come asili, convenzioni che garantiscano un buon livello di work life balance, e in genere di favorire l’utilizzo di strumenti che agevolino la diminuzione delle pressioni, come il lavoro flessibile e, appunto, i servizi. Ma il team Hr può anche farsi promotore di vere e proprie policy aziendali a tutela del benessere del lavoratore.
Fatte queste premesse, vediamo nello specifico quali sono le sei linee guida suggerite da NorthgateArinso.
- In primo luogo, l’azienda deve impegnarsi a monitorare costantemente i livelli di stress fra il personale
- Quindi identificare i fattori di stress presenti al proprio interno
- Eseguire una valutazione periodica degli “stressor”
- Garantire l’implementazione di un sistema in grado di analizzare, valutare e rispondere agli eventuali fattori di rischio
- Garantire interventi ad hoc finalizzati a diminuire costantemente i livelli di stress, come azioni formative, focus group, e così via
- Infine, porsi in ascolto di eventuali richieste di aiuto
«Se davvero, come spesso si dice, le risorse umane sono l’asset più importante delle aziende – sottolinea Cristiana Rossi, HR manager di NorthgateArinso Italia -, diventa fondamentale garantire un alto livello di benessere organizzativo che permetta loro di essere motivate, fidelizzate e soddisfatte del ruolo che rappresentano in azienda. L’ufficio HR è il motore del processo di sviluppo dei dipendenti, e deve quindi farsi garante della sicurezza e di livelli bassi o minimi di stress. Per questo motivo, iniziative volte a valutare, analizzare, monitorare, prevenire e gestire situazioni potenzialmente a rischio di stress devono partire e/o coinvolgere sempre l’area HR».