Che cosa rappresenta la principale fonte di stress per i manager? Secondo una recente indagine promossa da Regus sono due le parole chiave che identificano questo tipo di malessere, sempre più diffuso in ambito lavorativo: instabilità e routine.
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La ricerca, che ha coinvolto un campione di 22 mila manager e professionisti attivi in oltre 100 paesi, mostra come per il 53% degli intervistati lo stress sia nettamente aumentato rispetto a cinque anni fa.
Guardando da vicino le cifre che riguardano l’Italia, si nota come al primo posto tra le cause di stress da lavoro si collochi la precarietà, l’instabilità citata dal 30% del campione nazionale. Una percentuale analoga ha invece puntato il dito contro le tecnologie poco al passo con i tempi, mentre il 15% ritiene che la scarsa flessibilità di orario (e di luogo) conduca inevitabilmente a una situazione di ansia e tensione.
A livello globale, invece, è la carenza di esercizio fisico e movimento il principale fattore di rischio per quanto riguarda lo stress sul posto di lavoro. Sia gli italiani sia i colleghi attivi nelle aziende internazionali sono tuttavia concordi nell’individuare una possibile strategia di benessere: cambiare ambiente di lavoro, e beneficiare di maggiore flessibilità, potrebbero giovare non poco alla soddisfazione personale dei lavoratori.
«Mentre si registra un aumento dello stress sul posto di lavoro – afferma Mauro Mordini, country manager di Regus Italia -, dovuto principalmente all’incertezza del futuro e a una combinazione di fattori in cui incidono le difficoltà tecnologiche e il dover stare seduti alla scrivania per molto tempo, il mondo del lavoro concorda sul fatto che poter svolgere la propria attività in modo agile e flessibile possa rappresentare una soluzione per migliorare la qualità della vita, e accrescere significativamente la produttività dei lavoratori.»
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