Un’assunzione su tre si rivela un pessimo investimento per l’azienda: lo afferma un’indagine promossa da una società di recruiting online e condotta nel Regno Unito, sottolineando come in un caso su tre la scelta di una nuova risorsa da inserire porta più danni che benefici.
=> Selezione: quanto conta il giudizio del candidato?
I risvolti di questi fallimenti, tutt’altro che infrequenti, sono molteplici e certamente negativi: secondo l’inchiesta, infatti, i datori di lavoro (spesso attraverso responsabili della selezione o affidandosi a società specializzate nel settore) impiegano l’equivalente di 4,2 milioni di ore ogni anno per valutare i candidati a una posizione in azienda attraverso i colloqui di lavoro.
Lo studio ha riscontrato che il 48% del tempo dedicato alle attività di recruiting viene speso per “intervistare” direttamente i candidati, mentre il 52% si trascorre valutando i Curriculum Vitae e gestendo i rapporti con le agenzie di selezione.
=> Scopri le 5 mosse vincenti per valutare un candidato
Considerando come un neo-assunto su tre si riveli inadatto, le ore buttate all’aria annualmente rischiano di compromettere la crescita del business, la produttività delle imprese e la stessa economia nazionale nel suo complesso.