Diversity Management

di Fabrizia Ventura

17 Settembre 2010 08:00

La valorizzazione delle differenze di cultura, genere ed età a favore del benessere e dello sviluppo aziendale

Se è vero che le migliori aziende del mondo sono quelle costituite da collaboratori preparati, motivati e capaci, se è vero che il talento è la chiave del successo, allora il talento va cercato ovunque, anche nella diversità. Questa è la chiave di lettura di una nuova visione di sviluppo per le aziende che decidono di lavorare e investire sulle pari opportunità in azienda applicando la strategia del “Diversity Management”.

L’idea è semplice, basata su una visione strategica orientata al benessere e al successo del business che fa della diversità un’opportunità per l’impresa. La convinzione alla base è che la tendenza all’omogeneità piuttosto che all’eterogeneità possa essere svantaggiosa per l’organizzazione e per la sua capacità di rispondere ai cambiamenti del contesto, del mercato e alle sfide che esso pone.

Nato negli anni ’80 come modalità gestionale orientata a conoscere e valorizzare le differenze delle persone, il Diversity Management è oggi molto di più di una semplice proposizione politicamente corretta. È un’iniziativa fondamentale, insieme per esempio alle politiche di conciliazione in supporto del work-life balance, per favorire la responsabilità sociale delle imprese e migliorare la qualità della vita delle persone dentro l’azienda.

Ma adottare le politiche del diversity management richiede lo sviluppo di specifiche competenze culturali ed una specifica volontà di gestione. Una sfida rispetto ai sistemi tradizionali che promuovono la somiglianza e l’omologazione, che mira alla costruzione di condizioni favorevoli allo sviluppo del personale indipendentemente dalla cultura, religione, genere, orientamento sessuale, età, abilità o disabilità delle singole persone.

Quali benefici? Per il lavoratore la centralità del suo essere persona riconosciuta e valorizzata, per l’azienda, oltre ai benefici legati al miglioramento dell’immagine esterna, va considerata la riduzione dei tassi di assenteismo, il contenimento dei costi legati al turnover, la possibilità di accedere ai talenti e trattenerli nella propria azienda, nonché il miglioramento del clima aziendale e l’aumento di motivazione del personale.

Diversity Management: una strategia ampia, quasi una filosofia, che mette la persona al centro dell’organizzazione aziendale e che riconosce il talento umano come fattore insostituibile di successo. In Italia siamo ancora molto in ritardo, purtroppo, ma i mutamenti sociali nel tessuto demografico italiano fanno apparire chiaro che le aziende destinate in futuro a prevalere anche sul nostro mercato sono quelle che sapranno ottenere il massimo dalle proprie persone.

È proprio in questo passaggio che il ruolo di consulenti che abbiano una profonda conoscenza delle strategie della Diversity può diventare decisivo per far sì che il nostro tessuto produttivo non perda l’occasione della leadership in una “guerra per il talento” che costituisce una sfida inevitabile e globale.