È possibile che, solo un anno fa, ci fossero ancora molte persone in Italia e nel mondo a cui il nome Mark Zuckerberg diceva poco o niente. Magari conoscevano già, almeno per averne sentito parlare, la sua creatura, Facebook, ma non lui.
È probabile che invece oggi quel nome lo conoscano tutti o quasi. Il 2010 ha visto un crescente successo del social network, è stato l’anno in cui sono scoppiate le polemiche sulla privacy, c’è stata anche la celebrazione cinematografica con il film di David Fincher, “The social network”. E, in dirittura d’arrivo, è arrivata anche una delle copertina più ambite d’America, quella che il Time dedica tradizionalmente al personaggio dell’anno. Che, in questo 2010, è stato appunto Mark Zuckerberg.
La rivista lo ha scelto «per aver collegato più di mezzo miliardo di persone e aver mappato le loro relazioni sociali, per aver creato un nuovo sistema di scambio delle informazioni, e infine per aver cambiato il modo in cui tutti viviamo le nostre vite». Il direttore, Richard Stengel, nell’editoriale con cui motiva la decisione ai lettori, parte con una citazione di Virginia Woolf, che nel 1924 scriveva: «nel o intorno al dicembre del 2010, le persone sono cambiate».
La scrittrice, prosegue Stengel, spiegava che all’inizio del ventesimo secolo vedeva una serie di cambiamenti «nei rapporti fra datori di lavoro e sottoposti, fra mariti e mogli, fra genitori e figli» che avrebbero cambiato gli stili di vita. Oggi, «pochi direbbero che ha sbagliato», sottolinea il direttore, per poi aggiungere: «un secolo dopo, stiamo vivendo un’altra transizione», che riguarda fra le altre cose proprio il modo in cui comunichiamo con gli altri.
Un processo che cambia i rapporti fra le persone, quelli con le autorità, il modo di comunicare, il concetto di privacy, gli stili di vita. E di cui «più che ogni altro nel mondo», Mark Zuckerberg è protagonista. Nato nel 1984, «lo stesso anno in cui è stato lanciato il computer Macintosh», il 26enne è insieme prodotto e architetto della propria epoca.
Personaggio dell’anno, dunque, uno degli uomini più ricchi del mondo, ma non solo. Negli ultimi giorni Zuckerberg ha ricevuto anche un’altra soddisfazione. Il suo Facebook è infatti in cima alla lista delle migliori aziende americane in cui lavorare secondo la classifica di Glassdoor, davanti alla Southwest Airlines, seconda, e al consulente Bain and Company, terza. Nella top 50 c’è anche l’altra big company della rete, Google, che pero’ è distanziata, in trentesima posizione. E, in venetesima posizione, quella Aplle che lanciava il Macintosh nell’anno in cui nasceva Zuckerberg.
Tornando al Time, e alla lettura che la prestigiosa rivista a stelle e strisce propone di questo 2010, dopo il fondatore di Facebook i protagonisti sono stati il movimento dei tea party, il fondatore di Wikileaks Julian Assange, il presidente afghano Hamid Karzai e i 33 minatori cileni salvati lo scorso ottobre dopo essere rimasti due mesi sottoterra.