Normalmente, le stock options si offrono a un manager entrante. La liquidazione invece a uno che se ne va. Il caso in cui un premio viene dato a un dirigente di vertice che passa da Ceo a executive president è decisamente raro.
“Unusual”, come lo definisce il Wall Street Journal. L’aggettivo si riferisce al premio che Google ha appena riconosciuto a Eric Schmidt: 100 milioni di dollari in azioni e stock options. Lo ha riferito il portavoce di Mountain View, Poornima Gupta, aggiungendo che si tratta della prima volta che l’azienda versa un premio al top manager da quando ne ha preso in mano le redini, nel 2001.
È la somma più alta prevista per un Ceo già in carica dopo quella concessa da Motorola nell’agosto del 2008 all’allora co-Ceo, Sanjay Jha, pari a 103 milioni. «È probabilmente senza precedenti» una cifra di queste proporzioni a qualcuno «che passa da Ceo a chairman», commenta Irving S. Becker, capo della U.S. executive-compensation practise di Hay Group.
Si tratta anche del premio più alto mai pagato da Google a un manager. Fra l’altro, Schmidt nei giorni scorsi ha anche incassato una parte della sue azioni, vendendo un pacchetto da 335 milioni di dollari, effettuando la prima operazione di questo genere degli ultimi tre anni. Si tratta comunque di una parte relativamente bassa dei titoli in suo possesso, il cui controvalore totale è pari a 5,8 miliarrdi di dollari. Il pacchetto nelle sue mani rappresenta il 9,6% dei diritti di voto, che quando la vendita appena annunciata avrà effetto si ridurranno al 9,1%.
Questi dunque i conti in tasca al Ceo uscente, che il prossimo 4 aprile passerà definitivamente il testimone a uno dei due cofondatori del motore di ricerca, Larry Page, mentre Sergey Brin si concentrerà su tecnologie, nuovi prodotti, innovazione.
Schmidt in qualità di presidente esecutivo si occuperà prevalentemente di relazioni. La nuova struttura di comanda, hanno sottolineato nei giorni scorsi i protagonisti, è stata pensata per favorire la velocità delle decisioni. Si tratta indubbiamente anche di un passaggio generazionale. Schmidt nel decennio in cui ha guidato la società ha prodotto risultati di assoluto rilievo. Page prende in mano una compagnia in ottima salute, ma con nuove importanti sfide da affrontare, in primis il posizionamento in un settore emergente, quello dei social network, che ha visto nascere e prosperare grandi competitors, come Facebook.
Si discute molto di come queste sfide verranno portate avanti, di se e quanto Page sia pronto a fare il Ceo, del ruolo che Schmidt continuerà ad avere. Nel frattempo, proprio da Facebook (che nel 2010 ha superato Google come sito più visitato degli Usa), arrivano altre novità.
Il social network ha raccolto mezzi finanziari per 1,5 miliardi di dollari attraverso il private placement di Goldman Sachs. In particolare, un miliardo è arrivato da investitori non americani, mentre i restanti 500 milioni sono quelli investiti dalla stessa banca d’affari e dalla russa Digital Sky Technologies. L’operazione valuta complessivamente la società fondata da Mark Zuckberger 50 miliardi di dollari (la valutazione di Google si aggira sui 200 miliardi). Sembra molto probabile che in vista ci sia l’atteso sbarco sul mercato, ipotizzato per il 2012.