Gli anni della crisi hanno visto una sostanziale tenuta dell’occupazione femminile, con un andamento migliore rispetto a quella maschile. Ma fra i manager la situazione cambia: il numero delle donne manager è infatti sceso, perdendo un paio di punti percentuali, anche nei settori lavorativi a più alta presenza femminile. Lo rileva l’ultimo rapporto sull’occupazione, intitolato «La parità inizia dal lavoro», della Regione Lombardia, che prende in considerazione solo le aziende con più di 100 dipendenti.
L’indagine fa riferimento al biennio 2008-2009, e come sottolineano Sabina Guancia, consigliera di Parità Supplente, e Maria Teresa Coppo Gavazzi, consigliera di Parità del Pirellone, «è di particolare interesse perchè si colloca in una situazione occupazionale critica per effetto della crisi economica mondiale».
Le donne rappresentano il 43,5% del totale degli occupati, mentre fra i manager la quota femminile scende drasticamente al 18%. Nel biennio in esame, la presenza femminile negli uffici è cresciuta di 4mila476 unità a fronte di un calo dei colleghi uomini di 1059 addetti. Viceversa, il numero delle dirigenti è sceso dell’1,79%. Un andamento positivo si registra invece sulle signore che hanno guadagnato la qualifica di quadro, salite del 2,91%.
La stragrande maggioranza delle donne lavora nel settore dei servizi, l’82,2% delle occupate, mentre il 17,1% lavora nell’industria e il restante 0,1% nell’agricoltura. La distribuzione maschile è più equilibrata: 42,7% nell’industria e 57,2% nei servizi. In generale, gli uomini sono più numerosi nell’industria mentre nei servizi prevalgono le donne (53,1%). Ma a livello dirigenziale la percentuale cambia e anche nei servizi i manager sono prevalentemente uomini, al 77,1% contro un 22,9% di esponenti del gentil sesso. Le quote rosa sono un po’ meglio rappresentate fra i quadri, al 34,3%. Ancor più rilevanti i dati relativi ai segmenti in cui la presenza femminile sul totale degli organici è nettamente preponderante. Negli alberghi e ristoranti le donne rappresentano il 76,6% degli addetti, mentre le manager sono il 14,2% sul totale dei dirigenti.
I settori in cui le donne sono maggiormente rappresentate anche nella stanza dei bottoni sono la sanità e i servizi sociali, dove il 59,8% dei manager sono di genere femminile, e la pubblica amministrazione e l’istruzione, sono le manager sono il 41,1%.
Nell’industria c’è una maggioranza di uomini anche nel totale degli addetti (305mila, contro 105mila donne), e le manager sono il 9% degli organici dirigenziali, mentre la quota delle donne quadro è pari al 18,5%. Il maggior numero di donne dirigenti si trovano nella chimica, 14,4%, e nel tessile e abbigliamento, 14,3%.
Infine, emerge che se le donne sono meno numerose a livello dirigenziale, lo sono invece di più fra i precari: rappresentano il 43% dei contratti a tempo indeterminato e il 54% di quelli a termine.