La Bocconi entra nella top ten delle migliori business school europee del Financial Times. In classifica, per il terzo anno consecutivo, anche un altro ateneo italiano, il Politecnico di Milano, che a sua volta scala sette posizioni conquistando il 40esimo posto, dal 47esimo dello scorso anno. Si tratta dell’edizione 2011 della tradizionale classifica che il quotidiano britannico dedica alle migliori business school europee, che vede un avvincendamento sul podio: al primo posto resta la francese Hec, mentre al secondo sale un’altra istituzione del management d’oltralpe, Insead, che supera la London Business School.
Questo 2011 è un anno emblematico per il mondo del business in Europa (e anche per i cittadini). In piena crisi del debito, i governi dei paesi dell’Euro e della Ue dibattono su come difendere la moneta unica e la stessa sopravvivenza delle istituzioni comunitarie. E anche a livello di istruzione economica si sente il “peso” della concorrenza globale. Perchè le business school europee, che tradizionalmente attirano anche molti studenti americani soffrono sempre più la concorrenza delle analoghe istituzioni formative asiatiche: Cina, India, Singapore, Hong Kong sono sempre più spesso la meta scelta da quel target di studenti internazionali che è centrale per questo tipo di istituzioni. E probabilmente, rileva il Ft la difficoltà con cui i paesi europei rilasciano visti di lavoro postdiploma a cittadini extracomunitari può essere considerato un fattore frenante per uno studente che deve scegliere dove è più opportuno formarsi per intraprendere una carriera internazionale.
Comnque, vediamola questa classifica. La Sda Bocconi guadagna il settimo posto, un bel balzo rispetto al sedicesimo del 2010. La Bocconi è a parimerito con la Rotterdam School of management di Erasmus University, olandese, e la spagnola Esade business school.
Nella top ten, subito sotto il podio figurano anche Iese business school (Spagna), la svizzera IMD, un’altra spagnola Ie business school, e al decimo posto la francese Essec a parimerito con la Said dell’Università di Oxford.
E veniamo alla seconda italiana in classifica, la School of Management del Politecnico di Milano, anch’essa in fase di ascesa con il suo 40esimo posto, condiviso con la danese Copenhagen business school.
Gran Bretagna e Francia si confermano i due paesi con il maggior numer di università in classifica, rispettivamente 21 e 17. Al tezro posto in questa teorica classifica dei paesi, la Spagna, che con 5 business school è a parimerito con la Germania ma che piazza ben tre atenei nella top ten.
Tornando all’Italia, soddisfazione da parte del Politecnico di Milano e della Bocconi. Il risultato, sottolinea Guido Tabellini, rettore della Bocconi, «conferma l’elevata qualità dei nostri programmi a tutti i livelli, pre e post-experience, e che abbiamo raggiunto grazie agli importanti sforzi che abbiamo messo in campo per rafforzare l’internazionalizzazione e per attrarre talenti da tutto il mondo». Uno sforzo che, per esempio, «ha visto l’arrivo in Bocconi di 27 docenti con un elevato curriculum internazionale solo negli ultimi due anni, oltre all’ingresso quest’anno del Premio Nobel Michael Spence nella faculty della SDA».
Fra l’altro la Bocconi negli ultimi giorni registra anche un’altra soddisfazione: l’ateneo milanese ha ottenuto l’accreditamento AACSB (Association to Advance Collegiate Schools of Business) che si aggiunge a quelli EQUIS e AMBA, e che completa il percorso del triplo accreditamento da parte degli enti internazionali più importanti, riconoscimento che possono vantare solo 55 business school nel mondo.