Il 73% delle posizioni di top management nel settore media e informazione è occupato da uomini e solo il 23% da donne. Quanto ai reporter gli uomini rappresentano più del 60% mentre le donne il 36%. Tra la fascia di professionisti invece la percentuale femminile raggiunge il 41% quasi uguagliando quella maschile.
Questi i dati secondo il “Global Report on the Status Women in the News Media“, un ampio studio commissionato dalla International Women’s Media Foundation che ha preso in esame 522 aziende in 60 diversi paesi con l’obiettivo di approfondire il tema della disparità di sesso nei media sul piano globale.
I risultati della ricerca – condotta nell’arco di un biennio e su una platea di 170.000 operatori – sono stati presentati il 2 luglio fornendo una panoramica che cerca colmare il deficit informativo sulla condizione femminile in un settore cruciale della società moderna.
“Per la prima volta abbiamo raccolto in modo scientifico prove che offrono un quadro reale delle sfide affrontate dalle donne che lavorano nell’industria mediatica”, ha dichiarato Liza Gross, direttore esecutivo della International Women’s Media Foundation. “Le donne – prosegue – in ogni regione del mondo, incontrano ancora molti ostacoli, sia ricevendo salari più bassi rispetto ai loro omologhi maschili sia avendo poco accesso a posizioni decisionali nel comitato di redazione”.
In realtà, però le donne, se si confrontano le cifre con uno studio del 1995, hanno scalato posizioni nel top managent passando da una percentuale del 12% a quella attuale del 27%. Inoltre, in base al rapporto, le zone dove maggiore è più forte la rappresentanza al vertice delle donne sono Europa orientale e Nord Europa mentre in Asia e in Oceania la presenza femminile scende notevolmente. Caso molto particolarè è quello del Sud Africa in cui la quota rosa nei livelli dirigenziali supera il 70%. Percentuale che fa impallidire l’Italia dove su 119 testate giornalistiche soltanto 3 hanno come direttrice una donna.