CIR, De Benedetti lascia ai figli

di Massimiliano Santoro

30 Ottobre 2012 08:30

Decisone annunciata nel corso del Cda: il controllo del gruppo CIR verrà trasferito gratuitamente ai tre figli di Carlo De Benedetti.

Carlo De Benedetti ha deciso di lasciare il controllo e la gestione del gruppo CIR ai suoi tre figli Rodolfo, Marco ed Edoardo. L’annuncio è stato dato dallo stesso ingegnere nel corso del consiglio di amministrazione svoltosi ieri ed arriva a completamento del percorso di successione – all’interno del gruppo industriale fondato nel 1976 – avviato 3 anni e mezzo fa e che ha visto nel 2009 la sua rinuncia alle cariche operative.

Il comunicato diramato dal Gruppo a conclusione della riunione del Cda fa sapere anche che De Benedetti ha proposto di nominare, in occasione della prossima Assemblea degli Azionisti, Rodolfo De Benedetti presidente esecutivo di CIR. Contestualmente Rodolfo De Benedetti proporrà, in accordo con la sua famiglia, di nominare Monica Mondardini amministratore delegato di CIR.

Monica Mondardini manterrà la carica di amministratore delegato di Gruppo Editoriale L’Espresso SpA mentre Carlo De Benedetti resterà presidente onorario e consigliere della società.

Per quanto concerne i risultati economici del gruppo, il resoconto intermedio di gestione al 30 settembre 2012 mostra ricavi in aumento del 9,8% con un Ebitda inferiore al 25,7%, un indebitamento finanziario netto consolidato a 2.593,6 milioni di euro ed un risultato netto negativo per 10 milioni di euro.

Il risultato netto del gruppo CIR nei primi 9 mesi del 2012 è stato negativo per 10 milioni di euro, rispetto a un utile di 15 milioni di euro nel corrispondente periodo del 2011, poiché “nonostante la crescita dell’utile di Sogefi, è attribuibile principalmente al minore contributo delle altre controllate operative e in particolare di Sorgenia – si legge nel comunicato diramato a conclusione del Cda – che ha chiuso i 9 mesi con un risultato netto negativo per circa 77,1 milioni di euro a causa del rallentamento della domanda elettrica, degli elevati costi del gas nelle centrali e della recessione in Italia”.