Ecco il manifesto delle giovani classi dirigenti

di Floriana Giambarresi

18 Gennaio 2013 16:40

Federmanager, Agdp, Numeri Primi e Concreta-Mente hanno presentato il manifesto giovani classi dirigenti: ecco i punti del piano per ripartire.

È da poco stato presentato a Roma il manifesto delle giovani clasi dirigenti, promosso da Federmanager, Agdp, Numeri Primi e Concreta-Mente. L’obiettivo è quello di avviare un profondo cambio generazionale delle classi dirigenti “sfruttando” a dovere il potenziale inespresso dei trentenni e quarantenni italiani.

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Ha spiegato a Labitalia Emanuele Schirru, coordinatore giovani dirigenti Federmanager Roma: “Sicuramente abbiamo deciso di aderire al progetto insieme all’associazione giovani dirigenti pubblici perché crediamo nella sinergia tra dirigenza pubblica e privata, perché questo può portare a innovazione e nuove idee, soprattutto per il nostro Paese. Con questo lavoro siamo riusciti a tirare fuori delle proposte per la crescita che sono innovative e puntano all’occupazione giovanile e femminile, all’innalzamento della ricerca e anche degli investimenti nelle aziende”.

Aggiunge: “Abbiamo presentato un contributo sul sistema fiscale che deve essere più equo, evitare sistemi solo di premialità fiscale, ma puntare anche a redistribuire il gettito fiscale verso l’innovazione e gli investimenti nelle aziende”. Ci dovranno essere profonde riforme e tutto dovrà passare attraverso un ricambio generazionale profondo: “Il nostro è un ruolo concreto, apartitico, di intervento anche organizzativo, sulla pubblica amministrazione e sulle nostre stesse imprese”.

Insomma il Manifesto delle giovani classi dirigenti vedrà l’attuazione di una serie di iniziative volte a far ripartire l’Italia. La classe dirigente dovrà essere davvero nuova. Come spiega Giovanni Savini, vicepresidente Agdp: “La nostra idea è che bisogna utilizzare al meglio, come succede in tutti i grandi Paesi europei, il potenziale inespresso dei quarantenni, cercando in questo modo di svecchiare la pubblica amministrazione, ma anche il mondo delle imprese e delle professioni, e far riprendere così un percorso di crescita, condizione essenziale per uscire da questa situazione di crisi. […] Dal punto di vista operativo, noi riteniamo che la priorità per i prossimi anni debba essere un investimento massimo sulla formazione e sulla ricerca”.

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