Diversity management, quasi sconosciuto in Italia

di Francesca Vinciarelli

5 Febbraio 2015 15:00

Il Diversity management adottato solo dal 21% delle aziende italiane.

Negli ultimi dieci anni sono entrati a far parte nel mondo del lavoro donne, minoranze, persone anziane, omosessuali e persone di diverse nazionalità. Il Diversity management prevede che le imprese non solo tengano conto di queste differenze ma che le gestiscano e le considerino un valore aggiunto per la propria organizzazione. Il Diversity management è presente solo nel 21% delle aziende

I ricercatori del Diversity Managemet Lab sono Simona Cuomo (coordinatrice), Stefano Basaglia, Stefano Cavallazzi, Bettina Gehrke, Chiara Paolino, Martina Raffaglio e Zenia Simonella. Il laboratorio è supportato da un Advisory Board di cui fanno parte: Michelin, Baa – Bocconi Alumni Association, Siemens, Randstad, Aidp – Associazione italiana per la direzione del personale, Parks, Pwa – Professional women association Milan, Nestlé, Comune di Milano.

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Il Diversity Management consiste nel ridurre la discriminazione e nel creare un’atmosfera collettiva, in cui tutti i dipendenti si sentano liberi di mettere in gioco le loro potenzialità contribuendo al miglioramento della performance economica dell’azienda. 

La percentuale è di 21% che in Italia hanno adottato il diversity management, in confronto a 39,4% in Germania (2004) o addirittura del 48% nell’Unione europea nel suo complesso (2005).

Fra le aziende Italiane che adottano il diversity management sono quelle più grandi che hanno una percentuale più elevata e in crescita, passate negli anni da un 21% al 46% .

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Le imprese adottanti sono, inoltre, quelle con la forza lavoro più diversa: hanno una percentuale maggiore di donne (42% contro 35% nelle imprese non adottanti e non interessate a farlo), di popolazione sotto i 30 anni (23% contro 17%) e dichiarano di impiegare una percentuale di omosessuali pari al 2%, contro l’1% delle altre imprese.

Anche se resta comunque una problematica, in quanto anche le imprese adottanti, non attuano tutto il sistema integrativo, ma  utilizzano un set limitato e generico di prassi.