È versatile, tecnologicamente avanzato, molto sicuro, economicamente vantaggioso, ecologico. L’elicottero, secondo una ricerca fatta da European House-Ambrosetti e Agusta Westland ha un potenziale di sviluppo in Italia. Lo studio ha punto una serie di proposte che, se venissero attuate, porterebbero alla creazione di una rete elicotteristica, connessa con altre modalità di trasporto, entro il 2015.
L’impatto sul pil è calcolato fra i tre e i nove miliardi di euro. Sono state individuate aree precise dove si potrebbero realizzare servizi, e in genere è risultato che esiste nel paese un mercato disponbile a utilizzarlo a un prezzo medio compreso fra i 120 e i 160 euro per un tragitto di circa 100 km.
Certo, gli aerei ormai sono sempre più economici, e con i voli low cost si possono raggiungere le capitali europee con cifre inferiori a queste. Ma, e qui sta uno dei vantaggi individuati, l’Italia è caratterizzata dalla presenza da molti centri urbani di media dimensione, che spesso non hanno la massa critica necessaria per il trasporto aereo.
In genere, la ricerca evidenzia come l’elicottero sia «un mezzo che consente di superare le aree più congestionate con un minimo impatto ambientale e in tutta sicurezza, anche grazie all’ausilio di dispositivi di navigazione di seconda generazione basati su tecnologia satellitare». Si potrebbe risparmiare tempo pagando meno di un taxi su un tragitto extraurbano, per esempio per andare all’aeroporto.
I nuovi modelli sono sempre meno rumorosi, l’impatto acustico è stato ridotto del 75% negli ultimi 40 anni e in vista ci sono ulteriori miglioramenti. Dal punto di vista dell’inquinamento, si può dire che in un’ora di volo le emissioni di un velivolo sono pari a quelle di un Suv. Quanto alla sicurezza, secondo i dati sui servizi di linea esistenti nel mondo, su 200mila ore di volo realizzate dal 1999 a oggi si è verificato un solo incidente.
Il prezzo medio praticato all’estero per tratte comprese fra i 15 e i 30 minuti di volo con velivoli da circa 15 persone è intorno ai 150 euro. Un operatore, su un collegamento di 50 km raggiungerà il break even intorno ai 33mila passeggeri all’anno praticando un prezzo medio di 100 euro, mentre ne basteranno poco più di 20mila con una tariffa a 150 euro. Su una tratta di 100 km, il pareggio si raggiunge intorno ai 20mila passeggeri con un prezzo di 150 euro.
In Italia sono stati identificati diversi potenziali bacini di utenza. Per esempio: per collegamenti fra Milano e le principali località comprese fra i 150 e i 200 km di raggio, con particolare attenzione agli aeroporti e al polo fieristico, si calcola un numero di percorritori potenziali pari a 200mila persone. Considerando anche il nord est, pensando a 15 possibili tratte, il numero sale a 335mila. Qualche proposta ancora piu’ specifica: un collegamento fra Lecco e gli aeroporti milanesi (non c’è autostrada) avrebbe un bacino potenziale di 20mila utenti all’anno.
Fra Piacenza e gli scali del capoluogo lombardo e con la Fiera di Rho ci sarebbero 40 passeggeri al giorno che salirebbero a 80 nei giorni di Fiera, con un prezzo del blglietto fra i 100 e i 120 euro. Cambiando zona, una linea fra Ascoli Piceno e Roma si stima avrebbe 20-30 passeggeri al giorno disposti a pagare un prezzo fra i 200 e i 250 euro. E ancora, da Frosinone alla Capitale c’è un potenziale mercato da 40-80 passeggeri al giorno a un costo compreso fra i 100 e i 150 euro.