Unipol e Fondiaria, fusione e risvolti in Borsa

di Floriana Giambarresi

10 Febbraio 2012 16:00

Unipol prosegue nella fusione con Fondiaria ed è vicino all'aumento di capitale di 1,1 miliardi; nel frattempo, rialzi e cali a Piazza Affari.

La notizia giunta nelle scorse ore circa la fusione di Unipol e Fondiaria potrebbe avere effetti significativi sul matrimonio tra Unipol e Premafin, holding che controlla FondiariaSai e Milano Assicurazioni. Oggi, però, ha avuto un riscontro particolare in Borsa, dato che il titolo Unipol è in discesa a Piazza Affari del -4%, mentre quello Fondiaria è salito del 6,88%.

Trattasi, questa della fusione tra i due gruppi, di una delle più importanti operazioni finanziarie e industriali a cui si è assistiti negli ultimi anni. Ieri il Consiglio di amministrazione di Unipol ha fissato un’assemblea straordinaria per il 19 marzo e sottoporrà in quella sede la delega per l’aumento di capitale di 1,1 miliardi di euro che serviranno al progetto di integrazione. Inoltre, il gruppo assicurativo delle coop proporrà un maxi-raggruppamento delle proprie azioni straordinarie e di quelle privilegiate, per un totale di cento azioni in una nuova azione.

Pare oggi solo l’inizio di un nuovo capitolo della storia per il controllo dell’ex di Ligresti. A fine 2011 Palladio aveva manifestato il proprio interesse per Fondiaria e, come riportato sul Web, il momento appare quello giusto: “E’ un segnale sicuramente importante che Palladio sia entrata nel capitale di Fonsai prima dell’aumento di capitale… perché sarebbe potuta entrare dopo, durante l’aumento, credo a prezzi più favorevoli. Inoltre significa che ha intenzione di investire ancora partecipando all’aumento di capitale”, spiega un trader.

Nella mattinata, a Piazza Affari Fonsai è salita del 7,21% a 1,3240 euro, con volumi già pari all’80% della media giornaliera. La controllante Premafin ha ceduto invece l’1,8%, mentre Milano Assicurazioni ha guadagnato l’1,1%.

Nell’operazione finanziaria tra Unipol e Fondiaria, appare incerto il ruolo delle banche che hanno una posizione di primo piano, a partire da Mediobanca, la quale vanta crediti per circa 1,1 miliardi di euro nei confronti di Fonsai e per circa 70 milioni di euro nei confronti di Premafin; quest’ultima ha però un debito di oltre 300 milioni di euro con gli istituti e di circa un terzo della somma con Unicredit. A ogni modo, candidati ad assistere all’operazione sono Lazard, per la parte finanziaria, e Boston Consulting per quella industriale.