Quando un social network o un sito legato ai nuovi modi di consumare e comunicare approda in Borsa è subito successo. L’ultimo caso riguarda Yelp: quasi sconosciuto in Italia, questo social network è famoso negli Stati Uniti. Gli oltre 66 milioni di iscritti che ne fanno parte sono consumatori pronti a recensire prodotti e servizi, a segnalare eventi e vendite. Le aziende, da parte loro, possono ogni giorno mettere in vendita prodotti a prezzi molto convenienti. Ora Yelp è arrivato a Wall Street e lo ha fatto registrando subito un +67%.
La prima giornata in Borsa è stata gloriosa: nei primi minuti di contrattazione il titolo è volato ben oltre le aspettative, guadagnando il 67%, a una quotazione di oltre 25 dollari, dopo essere partito da un prezzo di collocamento di 15 dollari. Già in fase di raccolta, i soci avevano intascato 107 milioni di dollari, mettendo sul mercato oltre 7 milioni di azioni, con una capitalizzazione di mercato che sfiora i 900 milioni di dollari. Ma bisogna prendere con le pinze questi primi risultati.
Nei primi due mesi del 2012, infatti, si sono già quotate 22 società, ma almeno la metà viaggia a livelli decisamente inferiori alle attese e sotto il prezzo di collocamento.
Certo questo evento fa crescere l’attesa per Facebook che si presenterà sul mercato forte dei sui 845 milioni di utenti e che si annuncia come una quotazione monstre che potrebbe portare il valore della società tra gli 80 e i 100 miliardi di dollari, trasformando il fondatore Mark Zuckerberg in uno degli uomini più ricchi del pianeta. Anche il fenomeno di costume del momento, Twitter, è sempre più vicino al listino di New York, anche se per ora i numeri dicono che è molto distante dal rivale.
In appena sei anni Twitter ha raccolto oltre 100 milioni di utenti che utilizzano il sito di microblogging per divulgare update coincisi e notizie dell’ultima ora. Eppure, nonostante l’importanza che il servizio ha ormai assunto, Twitter ha ancora molta strada da percorrere prima di quotarsi in Borsa. Stando al Wall Street Journal, per ristrutturarsi in un’azienda che vale gli 8,4 miliardi di dollari stimati, Twitter deve conquistare gli inserzionisti. Nei primi anni di vita, l’azienda con sede a San Francisco ha generato molto fermento ma un modesto fatturato da pubblicità. Ora deve svilupparsi in un’azienda idonea a sbarcare in borsa: secondo una stima dell’azienda di ricerca di mercato eMarketer, l’anno scorso Twitter ha fatturato appena 139,5 milioni di dollari da pubblicità, mentre la rivale Facebook – di soli due anni più vecchia – ha raccolto 3,15 miliardi di dollari. L’amministratore delegato di Twitter, Dick Costolo, ha escluso che l’azienda si quoti in borsa prima di riuscire a imboccare un sentiero di crescita credibile, che non crede possa avvenire prima di un anno.