Il presidente Telecom Italia, Franco Bernabè, ha reso noto che l’azienda investirà più di 9 miliardi nel mercato nazionale delle telefonia, che si andranno ad aggiungere ai 7 miliardi investiti nel triennio passato. Considerando il solo 2011, l’azienda nata nel 1994 dalle ceneri della Sip si è posizionata in testa alle concorrenti europee in quanto a incidenza di investimenti sui ricavi, raggiungendo una percentuale del 14,3%
Sempre paralando di investimenti, Bernabè ha sottolineato che l’azienda che guida “darà un contributo agli obiettivi infrastrutturali legati all’agenda digitale che prevede, come è noto, l’eliminazione del digital divide entro il 2013 e, entro il 2020, la copertura a 30Mbit/s per il 100% della popolazione e la connessione a 100Mbit/s per il 50% delle famiglie italiane”.
Il numero uno dell’azienda ha poi fatto cenno all’emendamento al decreto semplificazioni sulla rete di accesso di Telecom che ”rappresenta un vero strappo a uno stato di diritto, una evidente forma di espropriazione”. Bernabè, che ha effettuato un intervento di diversi minuti in occasione della relazione annuale dell’Organo di vigilanza, ha criticato duramente “il proliferare di leggi che puntavano a imporre a Telecom Italia ulteriori separazioni, in netto contrasto con il quadro normativo di riferimento, in cui spicca quell’emendamento che consente la manutenzione, da parte di soggetti terzi, dell’ultimo miglio della rete Telecom”.
Franco Bernabè ha poi confermato che il piano sulla fibra di Telecom Italia prevede due fasi: la prima con la “realizzazione di un’architettura Fttc” in cui “si renderanno disponibili connessione con velocita’ da 30 a 50 Mbit/s”, la seconda in cui “la fibra verrà estesa fino a raggiungere le singole unità immobiliari, completando un’architettura Ftth. Questa procedura risponde a criteri di efficienza ed economicità.
Intanto, guardando al mercato brasiliano, continua a salire la quota di mercato di Tim Participacoes: a febbraio, la società del gruppo Telecom Italia ha registrato un aumento della quota di mercato della telefonia mobile, consolidandosi al secondo posto dietro a Vivo, brand del gruppo spagnolo Telefonica.