Dal Fondo Monetario Internazionale arriva un monito alle aziende e al mondo imprenditoriale italiano, poco propenso a promuovere progetti innovativi per migliorare la competitività e colmare il gap che lo separa da quanto avviene all’estero.
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Più innovazione, quindi, lasciando da parte la questione del costo del lavoro e testando strategie efficaci per espandere le dimensioni aziendali, presupposto fondamentale per la competitività.
Secondo l’economista Fmi Andrew Tiffin, autore del report, l’avvio di riforme strutturali è ormai urgente e necessario per «Rimuovere le barriere alla crescita delle imprese e incoraggiare investimenti diretti dall’estero.»
A tarpare le ali delle imprese, infatti, sono sia la burocrazia sia le dimensioni ridotte che limitano le possibilità di misurarsi con i competitor esteri, opportunità che invece non viene negata alle aziende di maggiori dimensioni che lottano per imporre un brand globale.
Nell’ottica del Fmi, inoltre, le riforme sono indispensabili per le imprese attive nei settori ad alta innovazione scientifica, come il farmaceutico o anche l’elettronica di alto livello.
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