Acquistare un immobile, anche in assenza di un cospicuo capitale da investire nell’immediato, potrebbe essere molto più semplice grazie alla formula contrattuale del Rent to buy, che offre vantaggi sia per il costruttore sia per l’acquirente.
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Attraverso il Rent to buy, chi vorrebbe acquistare un immobile ma ha risorse limitate può comunque abitarlo versando un canone mensile: una parte di questo “affitto” rappresenta un acconto sul prezzo di acquisto complessivo.
È il Notariato a dettare regole precise per la redazione dei contratti Rent to buy con la pubblicazione di uno schema contrattuale tipo, unitamente a un vademecum che scioglie molti dubbi in merito.
Nel Rent to buy, che fonde un «contatto di locazione e un preliminare di vendita di un immobile», i conduttore di un immobile può usufruirne subito ma decidere nel tempo (entro 10 anni e previo accordo tra le due parti) se acquistarlo o meno, senza obbligo e detraendo dal prezzo finale una parte degli affitti pagati.
Il proprietario, qualora chi occupa la casa decida di non acquistarla, può trattenere tutto o una parte di quanto versato. Il Notariato suggerisce, inoltre, di stabilire canoni maggiorati rispetto ai normali affitti, e di concordare in anticipo il valore dell’importo da trattenere come indennizzo in caso di mancata vendita.
Il contatto viene trasferito nei registri immobiliari e l’immobile (appartamenti, autorimesse, terreni, cantine, negozi, uffici, capannoni e negozi) non può essere soggetto a ipoteche, pignoramenti o altro.
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Per quanto riguarda le imposte, nel periodo del godimento le tasse inerenti il possesso dell’immobile devono essere versate dal proprietario, mentre spetta all’acquirente versare le spese di trascrizione del contratto nei registri immobiliari.