Le opportunità offerte dall’industria dell’energia pulita sono moltissime, però, purtroppo, non tutti i paesi hanno capito come sfruttarle. Tra questi spicca l’Italia, in cui l’attenzione per il fenomeno è molto alto, ma non si traduce in investimenti adeguati.
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In generale si possono individuare differenze macroscopiche tra paesi che sono stati capaci di investire nel modo giusto e altri che invece si sono accontentati di seguire il trend senza mettere il atto le giuste azioni. Il confronto tra Germania e Italia appare per questo illuminante. Se la prima è stata capace di accrescere la specializzazione in settori ad alta intensità tecnologica la seconda è rimasta ferma a produzioni di tipo tradizionali, limitandosi ad importare il necessario, prima dai paesi asiatici e adesso dalla Germania stessa.
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Ma per fare green economy non ci si può limitare ad importare i pannelli solari, ma bisogna ripensare tutta la produzione necessaria a fare energia pulita.
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L’accordo sul clima definito a Parigi nel dicembre 2015 e l’Agenda Onu, che ha individuato 17 Obiettivi di sviluppo sostenibili da raggiungere entro il 2030, sono le basi per ripartire col piede giusto, un’occasione per fare davvero della green economy il modo migliore per rilanciare l’economia. L’Italia le carte ce le ha tutte, deve solo saperle giocare nel modo giusto.
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