Microsoft approfitta del meeting annuale IAB (Interactive Advertising Bureau), per riportare all’attenzione i limiti del concetto di “last click” nell’advertising online e riproporre in altemnastiva quello di “engagement mapping“.
Alla base di questo nuovo approccio, la convinzione che l’attuale standard “ultimo click” non sia in grado di rilevare la quantità di annunci pubblicitari a cui l’utente può essere stato esposto prima di effettuare il click finale in grado di condurlo verso l’acquisto.
Mancherebbe così all’appello il 93-95% della pubblicità online che, seppure non direttamente selezionata, potrebbe influire in maniera significativa sulla decisione di effettuare quel determinato acquisto.
Il termine “engagement mapping” si riferisce invece ad uno strumento innovativo proposto da Microsoft in grado di tracciare i diversi elementi che possono aver condotto l’utente all’acquisto finale; ciò impedirebbe quindi di assegnare tutti il peso in termini di importanza e monetatizzazione all’ultimo elemento cliccato.
Microsoft ha inoltre illustrato i risultati di alcuni studi che dimostrano come il 94% delle interazioni online riguardanti gli annunci pubblicitari avvengano prima di una vendita e quanto sia strategico,il ruolo dei Web publisher nell’incoraggiare i consumatori prima di un acquisto.