Professionisti: modifiche su POS e Regime dei Minimi

di Barbara Weisz

Pubblicato 26 Novembre 2014
Aggiornato 3 Dicembre 2014 09:52

Governo disponibile a limitare gli obblighi di POS per le professioni tecniche e ad alzare la soglia di reddito massimo per l'accesso al Regime dei Minimi: l'incontro preliminare.

Niente obbligo di POS, soglie di reddito più alte per accedere al Regime dei Minimi, integrale deducibilità delle spese di formazione: sono le richieste avanzate dalla Rete delle professioni tecniche al Ministero dell’Economia, nel corso di un incontro con il sottosegretario all’Economia Enrico Zanetti le cui risposte sono state definite da Armando Zambrano, coordinatore dell’associazione professionale, «molto incoraggianti».

Obblighi POS

Il MEF si è espresso favorevolmente sull’allentamento dei vincoli legati all’0bbligo per le Partite IVA  che offrono servizi diretti al pubblico di accettare pagamenti elettronici per tutte le operazioni sopra i 30 euro (che indirettamente richiede di dotarsi di POS): la stretta dovrebbe allentarsi quanto meno per quei professionisti che hanno come clienti prevalentemente amministrazioni pubbliche e imprese. Il tema sarà affrontato in un apposito tavolo aperto presso il ministero.

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Regime dei Minimi

La Riforma del Regime dei Minimi ha implicato la messa a punto di un nuovo regime forfettario di tassazione, che porta al 15% (dal 5%) l’aliquota fiscale. Prevede soglie di accesso in base al reddito, con tetti diversi per le varie categorie di Partite IVA: 15mila euro quella per i professionisti, che invece chiedono di riportarlo a 30mila euro. Questo, perché l’attuale formulazione rischia di escludere molti professionisti dal regime di vantaggio.

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In questo modo si contraddice di fatto lo spirito stesso della norma, che dovrebbe sostenere una platea ampia di autonomi alle prese con la crisi. Anche qui, il Ministero ha manifestato apertura a possibili modifiche della norma contenuta nell’articolo 9 della Legge di Stabilità.

Deducibilità spese

Infine, per quanto riguarda le spese per la formazione continua i professionisti chiedono di portare la deducibilità al 100% (oggi è al 50%). Il Ministero in questo caso si è mostrato prudente, soprattutto in considerazione dell’onerosità della misura (che costerebbe decine di milioni di euro).

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Al termine dell’incontro, Zambrano ha espresso soddisfazione per l’atteggiamento del Governo «sensibile alle istanze provenienti dal mondo delle professioni», che tuttavia viene «ancora percepito, troppo spesso, come un mondo di privilegiati che può continuare ad essere tosato tutte le volte che si rende necessario reperire risorse».