Sicurezza sul lavoro per le PMI

di Marianna Di Iorio

Le associazioni delle PMI hanno presentato ieri al Governo alcune direttive per adattare il Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro alle piccole imprese

Integrazione e razionalizzazione degli enti e delle istituzioni di ricerca, affermazione dei principi della prevenzione e trasferimento delle disposizioni tecniche e procedurali in un ambito proprio che non sia quello della legge: sono questi alcuni dei punti posti ieri all’attenzione del Governo, nel corso di un’audizione sul Testo Unico in materia di salute e sicurezza sul lavoro, dalle organizzazioni delle piccole e medie imprese.

Infatti, CNA, Claai, Casartigianati, Confapi, Confcommercio, Confesercenti, Confcooperative, Lega Cooperative, Agci e Confagricoltura hanno vestito i panni delle piccole imprese ricordando al Governo che sono soprattutto loro a pagare le conseguenze di una inadeguata misura di sicurezza, spesso troppo legata alle esigenze delle grandi aziende.

«La diffusione delle direttive comunitarie sulla sicurezza e l’applicazione dei principi di prevenzione recepiti dalla 626/94, ma anche l’ausilio degli organismi paritetici per l’artigianato, hanno consentito di ottenere positivi risultati nella lotta agli infortuni e alle malattie professionali», ha dichiarato Ivan Malavasi, presidente nazionale della Cna. “Sicuramente – ha aggiunto – quanto fatto non è tuttavia sufficiente e la recrudescenza del fenomeno di questi ultimi mesi, soprattutto nei settori più a rischio, ne è l’evidenza».

Tra gli altri punti su cui il governo deve porre attenzione rientrano l’attività di aggiornamento legislativo e il coinvolgimento delle parti sociali nei momenti in cui devono essere elaborate delle politiche per la prevenzione a livello nazionale, regionale e comunitario.