Requisiti, istanza, semplificazioni, sanzioni: tutte le soluzioni interpretative dell’Agenzia delle Entrate sul nuovo regime di adempimento collaborativo previsto dalla Riforma Fiscale (Dlgsl 128/2015) sono contenute nella Circolare 38/E. Il Fisco, con questo documento di prassi, risponde a dubbi e questioni sollevate nel corso del convegno “Adempimento collaborativo: nuova frontiera della compliance”, del 16 e 17 giugno scorso a Roma.
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Il nuovo regime permette alle aziende di consultare l’Agenzia delle Entrate su questioni che ritengono rilevanti prima degli adempimenti fiscali, in modo da evitare errori e contenziosi.
Mentre all’istituto dell’interpello abbreviato sui nuovi investimenti possono accedere tutte le imprese, per, all’adempimento collaborativo possono aderire soltanto le grandi imprese con ricavi o volume d’affari sopra i 10 miliardi di euro (1 miliardo per quelle che hanno aderito al progetto pilota).
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Questa nuova formula di compliance prevede anche una serie di strumenti premiali:
- interpello preventivo abbreviato: il Fisco risponde entro 45 giorni;
- sanzioni ridotte: dimezzate, o comunque non superiori al minimo edittale, con sospensione della riscossione, quando il Fisco non condivide la posizione dell’impresa;
- rimborsi: niente garanzie richieste per il rimborso di imposte dirette e indirette per tutto il periodo in cui l’impresa rientra nel regime;
- elenco pubblico degli aderenti al regime.
Una precisazione importante contenuta nelle FAQ (risposte alle domande più frequenti) del Fisco riguarda il sistema di controllo del rischio fiscale, uno dei requisiti oggettivi previsti per l’adesione al regime: il contribuente (l’impresa) ha ampia autonomia nel definire i contenuti della propria strategia fiscale (requisito di accesso al regime) ma possono essere d’aiuto le linee guida 2016 dell’OCSE (Building better tax control framework).
La strategia definisce gli obiettivi aziendali nella gestione della variabile fiscale, riflette la propensione al rischio fiscale dell’impresa e include i percorsi operativi per posizionare la società sui livelli di rischio prescelti. Possono essere previsti anche codici di condotta, piani di formazione per i dipendenti, eventuali sanzioni. Consigliato il coinvolgimento del responsabile della funzione fiscale nella presentazione della relazione annuale, per assicurare la consapevolezza del top management.
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Ecco la documentazione da allegare alla domanda: attività svolta, strategia fiscale, sistema di controllo del rischio fiscale, mappa dei processi aziendali, mappa dei rischio fiscali: è obbligatorio che tutti i documenti siano in italiano, ma si possono spedire (in aggiunta) anche documenti in francese o inglese.
Il Fisco ricorda che la domanda di accesso al regime di adempimento collaborativo non solo va accompagnata dalla documentazione sulla strategia fiscale, ma deve anche essere tempestivamente aggiornata se cambiano gli elementi essenziali. Gli aggiornamenti si comunicano via posta elettronica, allo stesso indirizzo utilizzato per l’istanza di adesione.
Altra precisazione importante, relativa alla pubblicazione delle imprese che aderiscono al regime di adempimento collaborativo sul sito dell’Agenzia delle Entrate: l’inserimento nell’elenco pubblico è obbligatorio, il contribuente non può chiedere di essere escluso. Infine, si ricorda che il Fisco può disporre la fuoriuscita dal regime per perdita dei requisiti dimensionali o inosservanza delle regole.
Agenzia delle Entrate