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Contante fino a 3mila euro: effetti sulle PMI

di Barbara Weisz

Pubblicato 14 Ottobre 2015
Aggiornato 15 Ottobre 2015 12:14

Innalzamento soglia contante a 3mila euro nella Legge di Stabilità 2016: nuove regole e procedure, pagamenti interessati ed eccezioni, effetti su commercio ed evasione fiscale.

Le PMI del commercio salutano con soddisfazione l’innalzamento a 3mila euro del tetto al contante nella Legge di Stabilità 2016, mentre sul fronte politico la misura provoca polemiche concentrate sul rischio evasione fiscale: vediamo come si configura la norma e quali sono le diverse posizioni sul provvedimento nel testo della manovra, in CdM giovedì 15 ottobre.

=> Legge di Stabilità: la nuova soglia al contante

Contanti fino a 3mila euro

Il tetto riguarda tutti i pagamenti:

  • Acquisto di beni fisici nei negozi,
  • acquisto di servizi e prodotti,
  • versamento di stipendi e prestazioni,
  • operazioni con clienti e fornitori,

Eccezioni

  • I turisti stranieri non europei potranno pagare in contanti somme fino a 15mila euro presso negozi e agenzie di viaggio
  • Agli Europei e ai residenti nello spazio economico europeo (che comprende anche Liechtenstein, Islanda e Norvegia) si applica il tetto dei mille euro.
  • Il tetto non si applica alle operazioni con la propria banca (depositi, prelevamenti ecc.). Sanzioni dall’1 al 40%, con un minimo di 3mila euro.

Nuove regole

L’inserimento nella Legge di Stabilità comporta l’attuazione dal primo gennaio 2016 l’entrata in vigore della nuova soglia per effettuare in contanti pagamenti superiori ai mille euro, limite attuale introdotto dal Salva Italia 2011. E’ prevista una specifica procedura per i negozianti, che devono comunicare alle Entrate gli estremi del conto corrente su cui depositano questi incassi. Il premier Matteo Renzi ha motivato l’innalzamento del tetto contante a 3mila euro per incentivare i consumi.

=> Evasione fiscale: inutile il tetto al contante

Confronto UE

Una breve panoramica: ci sono 11 paesi europei (fra cui Germania e Regno Unito9 in cui non ci esiste alcun limite, due paesi con tetto a mille euro (Francia e Portogallo) massimali più alti in Grecia (1.500 euro) e Spagna (2.500 euro). L’Italia è il paese in cui l’utilizzo del contante è più diffuso, con una media dell’82% delle transazioni contro il 60% del resto d’Europa.

=> Limite uso contanti: dietro-front sui mille euro

Cosa cambia per le PMI

Per Carlo Sangalli, presidente di Confcommercio, si tratta di una misura

«giusta, di buon senso e attesa perché fino a oggi il limite dei mille euro penalizza fortemente le imprese italiane».

Sulla stessa linea Massimo Vivoli, presidente di Confesercenti:

«è un intervento che chiediamo da tempo per ridure impulso ai consumi in un paese, come l’Italia, in cui nove milioni di persone non possiedono nemmeno un conto corrente». Altrettanto condivisibile l’impostazione di «lotta all’evasione basata sulla semplificazione fiscale», da cui una richiesta: «adesso andiamo avanti e superiamo anche lo scontrino».

Soddisfazione da Confturismo, che da tempo chiedeva una soglia:

«in linea almeno con i principali competitor europei, che da sempre possono vendere ai turisti nazionali, europei e intercontinentali i loro servizi turistici per valori fino a 3.000 euro e anche oltre, senza dovere seguire procedure farraginose e di fatto inattuabili».

Effetti sull’illegalità

Sul fronte politico non mancano invece le posizioni critiche, che si concentrano in particolare su un punto: il rischio che la circolazione del contante favorisca l’economia illegale e l’evasione fiscale. Vincenzo Visco, ex ministero delle Finanze, definisce il provvedimento:

«autolesionistico, che facilita soprattutto il riciclaggio, oltre all’evasione».

Opinione molto simile da parte di Pierluigi Bersani, ex segretario del PD, secondo il quale elevare il tetto contante:

«favorisce i consumi in nero, il riciclaggio, l’evasione e la corruzione». Tanto più che «Chi ha 3mila euro da spendere ha anche una carta di credito».