
Riflettori puntati sull’incontro del 7 dicembre per capire se ci sarà l’atteso accordo dal Trilogo UE (Parlamento, Commissione e Consiglio Europeo) sulla Direttiva Case Green (Direttiva EPBD – Energy Performance of Buildings Directive).
Vediamo come si sta sviluppando il dibattito.
Direttiva UE Case Green con scadenzelibere
Il nuovo approccio sulle tappe di adeguamento previste dal provvedimento, che imporrebbero la ristrutturazione entro il 2033 per tutti gli edifici residenziali nelle classi E, F, G – obiettivo giudicato irrealistico per molti Stati membri – si sta evolvendo in favore di una sorta di liberalizzazione nazionale, seppur nel rispetto di parametri di massima stabiliti dalla UE.
La soluzione alternativa individuata (ancora da ufficializzare) dovrebbe dunque quella di lasciare ai singoli governi l’autonomia di definire il calendario meglio aderente al proprio scenario di partenza, pur rispettando una serie di vincoli e target comuni a tutti gli Stati membri.
Direttiva UE Case Green: cosa prevedeva prima
La direttiva europea ribattezzata “Case Green” riguarda le prestazioni energetiche degli edifici, che dovranno raggiungere la neutralità climatica entro il 2050. Come? Ci sarebbero teoricamente due step con scadenze già vicine, il 2030 per il raggiungimento della classe E e il 2033 per la classe D.
Le due scadenze si riferiscono a tutti gli immobili residenziali e sono esattamente quelle sulle quali manca l’accordo del trilogo.
Roadmap di efficienza per gli edifici su cui non c’è accordo
La proposta UE prevedrebbe il seguente calendario, su cui però si dovrebbe trovare un accordo per lasciare ai Governi la possibilità di definire un proprio crono-programma intermedio (in base ai Meps – Minimum Energy Performance Standards), sempre nei limiti dei macro-paletti UE.
- 2026 nuovi edifici pubblici a zero emissioni
- 2027 classe E/F per edifici non residenziali e pubblici
- 2028 tecnologie solari per nuovi edifici; zero emissioni per quelli nuovi residenziali
- 2030 classe D/E per per edifici non residenziali e pubblici; classe E per edifici residenziali
- 2032 tecnologie solari per case in ristrutturazione
- 2033 classe D per gli edifici residenziali
Entro il 2030 e 2035, almeno secondo l’accordo provvisorio raggiunto il 12 ottobre ma su cui si dovrà ancora discutere, prevedibilmente a dicembre), dovrà essere raggiunto un target (da definire) di risparmio energetico per gli edifici, mentre le strategie nazionali stileranno il calendario per arrivare all’obiettivo “edifici a emissioni zero” entro il 2050.
Efficienza edilizia residenziale: la situazione in Italia
In base ai dati ENEA, 11 milioni di abitazioni in Italia (il 74%) sono in classe energetica inferiore alla D:
- il 34% è in classe G,
- il 23,8% in classe F,
- il 15,9% in classe E.
Sono sostanzialmente le abitazioni che dovranno necessariamente fare i lavori di adeguamento agli standard di prestazione energetica entro il 2030 o entro il 2033 (per la classe E).
Mercato immobiliare a rischio
Le associazioni di settore sottolineano il rischio di svalutazione degli immobili. Il 75% delle abitazioni appartiene alle classi energetiche meno efficienti, dalla G alla E, con una netta preponderanza degli immobili in classe G che rappresentano il 55% dell’offerta totale e con solo il 12% degli immobili in classe A. L’impatto sul prezzo: l’immobile in classe A costa mediamente il 68% in più rispetto ad uno dello stesso taglio e metratura in classe G.
Impatto sull’economia
Gli altri rischi: deprezzamento generale degli immobili, ricadute sui consumi, rischi per il settore bancario, aumento dei prezzi edilizi, blocco cantieri per miglioramento sismico, deturpamento luoghi attrattivi.
Il calendario della Direttiva UE
La fase di negoziato fra Parlamento, Commissione e Consiglio UE non è dunque ancora conclusa. Dopo l’approvazione definitiva in sede europea, che prevedibilmente avverrà con modifiche rispetto al testo attuale, saranno i singoli Paesi a recepire le nuove regole con specifici provvedimenti legislativi attuativi.