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Legge di Bilancio 2019, le misure economiche

di Barbara Weisz

Pubblicato 24 Settembre 2018
Aggiornato 27 Settembre 2018 11:43

Prime misure di riforma pensioni, reddito di cittadinanza e flat tax: i punti fermi nel testo della manovra e il dibattito sulla Legge di Bilancio 2019.

Pensione quota 100 (da 62 o 64 anni), flat tax per Partite IVA, taglio IRES per imprese che reinvestono gli utili in azienda (aliquota al 15%), pensione e reddito di cittadinanza: mancano diverse settimane alla presentazione della Legge di Bilancio 2019 ma i contorni della manovra sono abbastanza chiari, così come è sicuro che ci sarà un provvedimento di pace fiscale per finanziare la legge stessa.

Facciamo il punto sulle diverse misure che l’esecutivo inserirà nella finanziaria per l’anno prossimo.

Quota 100

E’ allo studio la versione finale della quota 100, che consentirà dal 2019 di andare in pensione con la somma di età anagrafica e anni di contribuzione. La proposta iniziale prevede un’età minima i 64 anni (+ 36 anni di contributi) mentre ora prende piede l’ipotesi di anticipare a 62 anni (+ 38 anni di contributi). La misura così formulata coinvolgerebbe una platea di 500mila persone e costerebbe circa 7-8 miliardi di euro.

Reddito di cittadinanza

C’è anche un capitolo pensione di cittadinanza, che riguarda l’innalzamento a 780 euro al mese dei trattamenti minimi. La misura va di pari passo con l’attuazione del reddito di cittadinanza.  La pensione di cittadinanza sarebbe infatti il primo passo dell’introduzione del reddito di cittadinanza, ovvero un assegno per tutti coloro che sono senza lavoro pari a 780 euro al mese.

La Riforma del Reddito di cittadinanza è complessa, prevede oltre all’assegno un percorso di reinserimento lavorativo e sociale, e sarà attuato quindi progressivamente nel corso dei cinque anni di legislatura. Nella manovra 2019 dovrebbero esserci anche le prime misure di potenziamento dei centri per l’impiego.

Riforma fiscale

Sul fronte fiscale, la misura simbolo è la flat tax. Attuata integralmente sul lungo periodo, in manovra vedrà l’applicazione alle Partite IVA.

L’ipotesi è infatti quella di aumentare il tetto di reddito per accedere al regime forfettario al 15%, portandolo a 65mila euro. E  si applicherebbe poi un ulteriore 5% alla parte incrementale fino a 100mila euro. Platea individuata: 1,5 milioni di contribuenti.

In vista anche una flat tax per imprese che reinvestono gli utili in nuovi macchinari o in assunzioni, con taglio IRES fino al 15% per chi investe gli utili.

Pace fiscale

Fra le misure fondamentali per finanziarie la manovra, la pace fiscale, ovvero un condono sulle somme dovute al fisco accompagnato da misure strutturali di compliance fiscale. La pace fiscale in realtà sarà inserita in un decreto collegato alla manovra. Dibattito aperto sul tetto sotto il quale consentire di sanare la propria posizione, e sullo sconto applicabile. La proposta più generosa nei confronti dei contribuenti prevede un condono fino a 1 milione di euro (fra debiti fiscali e multe), quella iniziale era pari a 100mila euro. Per quanto riguarda il dovuto, si pena a un’aliquota del 10- 15%.

Riforme fuori dalla Manovra

La quota 100 rappresenta il primo step di una più completa Riforma Pensioni inserita nel programma di Governo, che prevede a regime anche la possibilità di andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi (41 anni e cinque mesi dal 2019).

Non si parla invece più di proroga Opzione Donna, la soluzione che consentirebbe di ritirarsi alle lavoratrici di 57 anni (58 se autonome) e con almeno 35 anni di contributi, con maturazione del requisito entro il 31 dicembre 2018 (l’attuale Opzione Donna è riconosciuta solo a chi lo ha maturato entro la fine del 2015).

Infine, Dibattito  aperto sulla cedolare secca per immobili commerciali, che consentirebbe questa forma di tassazione ai canoni di affitto di negozi e laboratori artigiani.

Nel 2019 dovrebbe partire anche il taglio alle pensioni d’oro sopra i 4500 euro al mese (circa 90mila euro lordi all’anno), con il ricalcolo interamente con sistema contributivo delle quote retributive dell’assegno. Esiste un provvedimento specifico, attualmente in commissione alla Camera, ma non si esclude che possa confluire in manovra o in un decreto collegato.