Pensione minima a 780 euro in Legge di Bilancio

di Barbara Weisz

18 Settembre 2018 12:26

Di Maio annuncia la pensione di cittadinanza a 780 euro in Legge di Bilancio, l'esperto previdenziale della Lega Brambilla la ritiene troppo costosa e poco equa: anticipazioni e dibattito.

Si aggiunge un nuovo elemento tra le misure che il Governo intende inserire in Legge di Stabilità (Bilancio) per il 2019: la pensione di cittadinanza, intesa come sussidio parallelo al reddito di cittadinanza. Ma non senza il consueto botta e risposta fra esponenti di Lega e Movimento 5 Stelle.

Per il vicepremier Di Maio la pensione minima a 780 euro (così come il reddito minimo, di pari importo) è fra le misure da attuare subito, con entrata in vigore dal 2019:

questo è il nostro obiettivo e sta nella legge sul reddito di cittadinanza che istituisce la pensione di cittadinanza.

La puntualizzazione arriva dopo le dichiarazioni dell’esperto previdenziale Alberto Brambilla, consulente della Lega, che è invece critico nei confronti della misura perché

costerebbe troppo, sarebbe pagata dalle giovani generazioni e spaccherebbe lo Stato sociale.

Ma Brambilla «parla a titolo personale», fa notare Di Maio, «la pensione di cittadinanza è nel contratto di Governo».

Quindi, in vista insieme alla quota 100, in manovra dovrebbe confluire anche la pensione di cittadinanza che, come detto, prevede un minimo di 780 euro al mese.

Spiega Di Maio:

ci sono pensionati minimi che in questo momento prendono 400 euro di pensione. A quei pensionati stiamo dicendo: tutti coloro che vivono sotto la soglia di povertà e prendono la pensione, devono avere almeno 780 euro al mese.

Dunque, la misura, par di capire, rappresenta in sostanza un innalzamento delle pensioni minime o che comunque sono sotto la soglia indicata di 780 euro al mese.

Brambilla insiste sui costi eccessivi: si spenderebbero circa 6,3 miliardi per dare la pensione di cittadinanza agli invalidi civili (che sono circa un milione e prendono 282 euro al mese), altri 4 miliardi per chi prende assegno o pensione sociale, e altri miliardi per coprire coloro che hanno la pensione con integrazione al minimo (3,2 milioni di assegni) o la maggiorazione sociale (900mila persone).

Non solo: il presidente di Itinerari Previdenziali ritiene anche l’operazione ingiusta, perché «parliamo di pensioni per le quali non sono stati pagati contributi sufficienti o non ne sono stati pagati affatto», caricando la spesa su «giovani generazioni che, tra l’altro, spesso non arrivano loro a guadagnare questa cifra pur lavorando», e creando un disincentivo, ad esempio per artigiani e commercianti («chi glielo fa fare di continuare a versare all’INPS se il Governo comunque gli garantisce 780 euro?».

Come si vede, il dibattito è acceso. L’impressione è che la pensione di cittadinanza sarà comunque in Legge di Stabilità, il punto sarà come modulare l’intervento identificando la platea a cui la misura si rivolge.

«Questi sono giorni decisivi per la manovra», spiega Di Maio. I tempi ormai stringono, entro metà ottobre l’esecutivo presenterà la legge di Bilancio, e a quel punto le misure saranno quindi definite, e pronte per il passaggio parlamentare.