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IMU: rincari del 240% per imprese e attività commerciali

di Francesca Vinciarelli

21 Maggio 2012 09:37

L'IMU comporta rincari del 200% per imprese e commercianti che pagheranno il doppio rispetto all'ICI: aliquote comunale entro il 30 giugno, a rischio un aumento dell'inflazione.

Si avvicina l’appuntamento con l’IMU, la nuova imposta municipale unica introdotta con la manovra finanziaria di Monti, e la “mazzata” in arrivo non riguarderà solo i proprietari di prime case ma anche e soprattutto imprenditori e commercianti.

Secondo le ultime stime il duro colpo che l’IMU riserva agli immobili di impresa, andando ad incidere sui costi fissi delle aziende, comporterà anche un aumento dell’inflazione.

Addirittura, in Comuni come quello di Milano si parla di rincari per i negozi pari al +243% e per gli uffici del +239% rispetto alla vecchia ICI, la cui aliquota era stata limitata allo 0,5%.

A Roma, l’ICI era stata fissata allo 0,7% ma sono comunque previsti rincari più o meno dello stesso ordine (+154%). E non se la cava meglio chi paga l’affitto per la propria attività o studio, perché l’aumento dei costi per i proprietari si ripercuoterà sul prezzo del canone.

Ovviamente si tratta di stime che ancora non possono essere definitive, perché non lo sono le aliquote che i Comuni applicheranno al saldo di dicembre (ovvero alla rata IMU finale, di conguaglio rispetto a quella in scadenza il 18 giugno).

Le aliquote comunali IMU dovranno essere definite dai Comuni entro il 30 giugno, ma le delibere non saranno definitive e potranno essere modificate fino a fine settembre, quando sarà noto il gettito IMU risultante dal pagamento degli acconti. Attualmente le stime sul divario IMU-ICI piuttosto difformi, con differenze di 2,5 miliardi di euro tra quelle del Governo e quelle dei Comuni.

A smentire questa differenza nel gettito IMU stimato dal Governo e quello ipotizzato dall’Anci, arrivano però le dichiarazioni del sottosegretario all’economia, Vieri Ceriani, che ritiene l’attendibilità dell’ammanco «assolutamente dubbia e indimostrabile», visto che «la stima del ministero dell’economia e delle finanze sono state fatte in stretto contatto con l’Anci, quindi, tutto concordato in sede tecnica con i Comuni».

La stima dell’Anci, secondo Ceriani, sarebbe imprecisa perché stilata inviando «un questionario volontario ai Comuni e hanno ricevuto circa 1.500 risposte. Il 70% delle risposte è stato inviato prima della stima del gettito da parte del MEF, quindi, fatta sulla base di una presunzione. Poi, naturalmente, se il Comune si considera danneggiato dallo Stato è predisposto a dare subito una risposta».

In ogni caso per il presidente di Federconsumatori Gianmario Mocera, oltre all’inflazione, a rischio ci sarebbe il rilancio di industria e commercio: «aumenta l’IVA nazionale, aumentano le addizionali locali di IRPEF e IMU, insomma, si punta sempre sulle imposte indirette, come a dire che si colpisce sempre dalla stessa parte».